Morte del piccolo Jacopo De Martino, il pm chiede rinvio a giudizio per tre medici
| di Luigi MartinoSono passati più di tre anni dalla morte di Jacopo De Martino, il 14enne di Marina di Camerota scomparso il 10 febbraio del 2010. Jacopo, insieme ad un amico, è stato vittima di un incidente stradale il 6 settembre 2009 dove però aveva riscontrato soltato dei problemi al ginocchio sinistro. Dopo mesi di ospedale e camera iperbarica, il piccolo è morto per una trombo embolia polmonare al cuore dopo avere ricevuto un intervento chirurgico. Il pm ha sequestrato subito dopo l’intervento la cartella clinica e ha aperto il fascicolo d’indagini che si è chiuso soltanto due mesi fa, nel febbraio del 2013 esattamente dopo tre anni dalla scomparsa del 14enne. Arriva quindi la richiesta di rinvio a giudizio, da parte del pm, per i medici accusati di omicidio colposo. Prima però di entrare in questo particolare, facciamo un passo indietro.
Quel tragico giorno Era un pomeriggio di fine estate del 2009: è iniziata da qui la convalescenza e i problemi per Jacopo. Il minorenne presta il proprio motorino ad un amico per un giro in paese. Lui sale in sella, ma per questa volta fa il passeggero. Proprio lui, fan sfegatato di Valentino Rossi. Lui tifosissimo della Juventus e amante dei motori. Percorrono via Sirene, una discesa ripida con l’asfalto in pessime condizioni. Arrivano quasi alla fine, pochi metri e ci sarebbe stato lo stop tinto in bianco sull’asfalto. Ma a quello stop i due ragazzini non ci sono mai arrivati. Si sono schiantati con il mezzo contro un muretto di recinzione. Il conducente ha riportato forti dolori all’addome e per settimane è stato sotto osservazione dei medici. Ora sta bene. Jacopo, invece, ha subito danni al ginocchio. Insieme all’amico sono stati trasportati d’urgenza al San Luca di Vallo della Lucania.
La convalescenza e gli interventi A causa delle ferite riportate dopo l’incidente, Jacopo è costretto a subire vari interventi per ricostruire il ginocchio sinistro. Il 14enne segue anche una terapia per ricostruire il frammento osseo danneggiato e diverse sedute di camera iperbarica. Nel febbraio del 2010 a Jacopo tocca entrare ancora in sala operatoria, l’intervento non sembra difficile, ma ci sono delle complicazioni.
«Jacopo non c’è più» Il 10 febbraio del 2010 Jacopo entra in sala operatoria intorno alle 15. I genitori sono fuori ad attendere che esce, da quell’intevento che non destava particolari preoccupazioni. Le ore passano e nessuna notizia arriva. Intorno alle 18.30 i genitori vedono il corpo di Jacopo trasportato su di una barella. Il personale medico lo accompagna verso la Rianimazione. Si chiudono di nuovo le porte e ricomincia una nuova interminabile attesa per mamma Antonietta e papà Gianni. Attesa interrotta soltanto dall’arrivo di un altro camice bianco che porta con se un defibrillatore. Il medico è entrato in Rianimazione ma dopo poco è uscito. Le ore trascorrono lente, interminabili. Solo intorno alle ventuno qualcuno della Rianimazione esce dal reparto e si avvicina ai genitori. Ecco le parole che nessuno avrebbe mai voluto ascoltare: «Jacopo non c’è più».
Richiesta di rinvio a giudizio Oggi, dopo anni di indagini, il procuratore Renato Martuscelli ha chiesto il rinvio a giudizio per tre medici dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. L’udienza preliminare davanti al Gup è stata fissata per il 20 novembre prossimo al Tribunale di Vallo. Il capo d’imputazione è omicidio colposo. All’inizio delle indagini i medici sotto l’occhio vigile del pm Martuscelli erano due. Ma sfogliando le carte e ascoltando i testimoni, sarebbe subentrato un terzo medico: il cardiologo e non l’anestesista come erroneamente è stato scritto in precedenza. «Colui che ha fatto la visita a Jacopo – spiega Renato Martuscelli – non avrebbe verificato le condizioni del piccolo prima di sottoporlo all’intervento chirurgico. In una prima fase delle indagini questa terza figura era sfuggita alla Procura – precisa il procuratore – ora però anche lui è sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti».
In paese La scomparsa del piccolo Jacopo De Martino ha segnato l’intera comunità di Marina di Camerota. Jacopo in paese era conosciuto da tutti e la famiglia benvoluta dalla cittadinanza. Jacopo durante i mesi di convalescenza è stato sempre aiutato dall’affetto della comunità di Marina di Camerota e soprattutto degli amici di sempre. Mamma Antonietta non si è mai arresa e, insieme al popolo di Camerota, ha chiesto che sul caso venga tenuta sempre accesa l’attenzione e al più presto sia fatta giustizia. La Procura di Vallo della Lucania è impegnata a dare nomi e cognomi agli eventuali responsabili di questa inaccettabile morte, mentre il paese attraverso iniziative culturali e sportive tiene viva la memoria di «questo piccolo angelo», così lo definiscono. Il caso è arrivato anche a Canale 5, alla trasmissione «Pomeriggio Cinque» condotta da Barbara D’Urso.
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