Scandalo Forestale, emergono sempre più dettagli inquietanti: alla famiglia Mainardi chiesti 40mila euro

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Scandalo Forestale, emergono sempre più dettagli inquietanti: alla famiglia Mainardi chiesti 40mila euro

Spuntano nuove indiscrezioni sulle confessioni delle vittime di tangenti per opera di Marta Santoro e del marito collega Antonio Petillo. Questa volta le confessioni rese ai carabinieri sono quelle di Antonella Verrone, moglie di Luigi Mainardi, direttore amministrativo del Consorzio di bonifica ‘sinistra Sele’ di Capaccio – Paestum.

Un racconto fitto di particolari che ben rendono l’idea della spietata macchina messa in campo da Santoro e Petillo. 40mila euro: questa la somma da capogiro richiesta alla famiglia Mainardi per salvare la propria casa dal sequestro (i Mainardi sarebbero stati in possesso di regolari autorizzazioni). Marta Santoro, da quanto emerge dalla confessione, avrebbe minacciato non solo di apporre i sigilli ma anche lo sgombero immediato dell’immobile, e tutto ciò incurante dell’avanzato stato di gravidanza della Varrone (ottavo mese). Addirittura – dalla confessione agli inquirenti – emerge che la Santoro avrebbe fatto leva proprio sullo stato di gravidanza della donna per costringere Mainardi a versare nel più breve tempo possibile il danaro continuando a sottolineare l’irregolarità edilizia del fabbricato. Un episodio ritenuto particolarmente grave dall’accusa che si sarebbe verificato nel periodo di Pasqua 2012. Secondo la ricostruzione dei fatti Marta Santoro si sarebbe recata in casa Mainardi per i ‘soliti motivi’ e in questa occasione la Varrone avrebbe accusato un malore. Sanza far nessuna piega l’ex comandante della Forestale fa leva proprio sul malore della donna per costringere il marito a «far presto».

Si tratta di un altro episodio ritenuto dall’accusa di rilente importanza al pari, forse, del filone Iuliano – Matrone anche perchè Marta Santoro nel corso dell’ultimo interrogatorio reso al Pm Cardea avrebbe ammesso di aver intascato solo 20mila euro quindi allo stato attuale si cerca di capire la restante somma a chi sia andata. In più, dopo il versamento in contanti, la Santoro avrebbe consegnato a Mainardi un documento rilasciato dal Comune di Capaccio e controfirmato da un tecnico comunale in cui si attesta, a partire proprio da quel giorno, la regolarità edilizia della villa. E infine, secondo quando dichiarato ai carabinieri da Mainardi, l’ex sovrintendente avrebbe sottolineato che con quella «carta era tutto apposto» e «non doveva più preoccuparsi di nulla».

Parte civile Difesa dal legale Angelo Di Perna la famiglia Mainardi, a questo punto, si costituirà parte civile nel processo a carico di Marta Santoro chiedendo, inoltre, la restituzione dell’intera somma versata e delle spese legali.

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