Il territorio magico: Salerno, Amalfi ’68, Achille Bonito Oliva ed il genio di Marcello Rumma

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Il territorio magico: Salerno, Amalfi ’68, Achille Bonito Oliva ed il genio di Marcello Rumma

Rivive nei più importanti musei d’Italia – con la riproposizione al grande pubblico di importanti mostre curate da Germano Celant e Lia Rumma – l’anima artistica della Salerno degli anni ‘70 e la magia di Amalfi ’68, uno spazio ed  un tempo  che con una felice intuizione il grande critico d’arte Achille Bonito Oliva  ha contemplato nel suo ‘territorio magico’. Parte dal Cilento la storia di questo studioso, che ha ridefinito i termini della sua disciplina e la funzione della critica. In più occasioni, ha ribadito quanto sia indispensabile l’azione del critico che elabora teorie, sviluppa interpretazioni, dialoga con gli artisti, rende visibili le sue idee attraverso le mostre. Ogni mostra, ogni libro, ogni gesto viene calcolato con consapevolezza culturale e – come ha più volte detto – con il coraggio dello sconfinamento.

Anima vitale ed eclettica del mondo artistico italiano, anche Lia Rumma è espressione di questo territorio. Donna di grande charme, apre volentieri ad appassionati studiosi ed amici la sua dimora-galleria di via Vannella Gaetani, a Napoli. Grazie a lei, alcune opere di arte povera sono alla Tate Gallery e De Dominicis è esposto al Moma di New York. Sempre in movimento, entusiasta del suo lavoro, ha una lunga storia di successi e di importanti traguardi che parte da Salerno; la città che, oggi, con orgoglio rivendica di aver vissuto una stagione artistica felice nel ’68 anche grazie al geniale pensiero di suo marito. E’ da lui, il salernitano Marcello Rumma, è stata iniziata al mondo dell’arte. Collezionista e scopritore di talenti artistici, in pochi anni di lavoro, riuscì ad operare una delle prime, vere, rivoluzioni culturali del sud. A tanti è noto per essere stato sponsor, nell’ottobre 1968, di una mostra sull’arte povera, negli spazi degli Antichi Arsenali della Repubblica di Amalfi, con nomi come Pistoletto, Mario Merz, Giulio Paolini. Organizzata da insieme a Germano Celant mutua il nome dal “teatro povero” di Jerzy Grotowsky, ed intendeva sottolineare il carattere non formalista del movimento, definendo piuttosto un’attitudine morale e una posizione critica nei confronti della cultura dominante. Tutti coloro che sono innamorati della cultura ricordano, con grande rimpianto, l’intuito editoriale di Marcello Rumma che,  in pochi anni di incessante lavoro, riuscì a pubblicare una serie di volumi – oggi introvabili – che hanno segnato un cambio di passo nel mondo dell’arte e della filosofia. Avrebbe dovuto pubblicare – nel 1969 – anche il primo volume di un allora giovane poeta con la passione per l’arte, Achille Bonito Oliva. Quel territorio magico. Comportamenti alternativi dell’arte, che ha segnato un momento cruciale nella storia dell’arte italiana, aprendo il passo alla poesia visiva ed all’arte come contaminazione tra molti linguaggi.

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