Un cilentano in corsa per Sanremo 2013: ecco l’intervista a Guido Maria Grillo

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Un cilentano in corsa per Sanremo 2013: ecco l’intervista a Guido Maria Grillo

Un cantautore di Policastro Bussentino potrebbe calcare il palcoscenico dell’Ariston al prossimo Sanremo. Sono iniziate le selezioni per la categoria dei «giovani» del Festival della canzone italiana e tra i 200 (su oltre 500 domande di partecipazione) che hanno superato il primo scoglio c’è anche un cilentano: è Guido Maria Grillo. «E’ solo un primo passo – ha spiegato Guido al Giornale del Cilento – Tra le centinaia di ammessi verranno selezionati 70 nomi che faranno dei provini a Roma, quella sarà una fase importante».

La concorrenza è spietata ma il 31enne originario di Policastro, che da anni vive a Parma, vanta un curriculum di tutto rispetto: ha vinto nel 2006 i concorsi nazionali «Bologna Music Festival» (premio per la sua categoria e premio assoluto) e «Musicacontrocorrente – premio canzone d’autore di Roma» (primo premio assoluto, miglior testo, miglior musica, miglior arrangiamento, premio radio LifeGate, premio della critica). Ha partecipato e aperto i concerti per artisti come Battiato, Gazzè, Renga, Articolo 31, Le Vibrazioni, Caparezza, Meg. A dicembre 2009 è uscito il suo primo disco e a febbraio 2011 il secondo, «Non è mai quello che appare».

E’ di pochi giorni fa la notizia della tua ammissione alle selezioni per la sezione Giovani di Sanremo. Cosa ti aspetti?
Niente di particolare, in realtà. Viviamo in un periodo e in un sistema che non forniscono ragioni concrete per sperare, anzi, siamo piuttosto disillusi. Semplicemente vale la pena provare, far sentire la propria voce, dire “ci sono anch’io”. Per il resto, la musica va esattamente nella medesima direzione di tante (quasi tutte) altre cose di questo bel paese, con la differenza che, trattandosi di espressione artistica e non di matematica, non si può fare ricorso per un concorso vinto immeritatamente. Niente di drammatico se si prende atto di ciò e si prosegue per la propria strada con impegno e passione. Vedremo cosa succederà.

A contendervi gli 8 posti a disposizione anche tanti giovani dei talent show, come X-Factor e Amici. Cosa pensi degli artisti che si sono formati televisivamente, saltando la dovuta “gavetta”?
Credo che i posti siano solo 6, in verità. Due verranno assegnati ai vincitori di Sanremo lab o qualcosa di simile. Insomma, tra tutti gli ammessi alle selezioni, solo 6 andranno all’Ariston. Dei talent show non penso né bene né male, semplicemente penso che coloro che aspirano a parteciparvi facciano un altro “mestiere”. Abbiamo in comune soltanto l’attitudine al canto. I talent sono degli show televisivi e i partecipanti dei personaggi, e prodotti, televisivi a tutti gli effetti. Come personaggi del Grande Fratello, dopo un anno spariscono (basti pensare a quanti partecipanti vengono “bruciati” e spazzati via per ogni Noemi o Mengoni). Fare il musicista è un’altra cosa, e non è solo una questione di gavetta, ma di scelte, di attitudine, di personalità, di urgenza. In genere al musicista la popolarità “usa e getta” non interessa. Io stesso, un anno fa circa, sono stato contattato da una segretaria di produzione di X-Factor la quale, dicendomi di aver visto dei miei video sul web, mi ha chiesto se mi interessasse partecipare. Mi sono detto scettico ed ho cortesemente declinato l’invito. Nulla di male, è solo una questione di scelte. Il Festival di Sanremo, se vuole ancora recuperare la credibilità che dovrebbe avere, ed essere il teatro della buona musica italiana, dovrebbe evitare che il suo palco sia invaso da personaggi televisivi (non solo i partecipanti dei talent, pensate al principe decaduto di Savoia) e dare più spazio ai musicisti. Non escludo apriori, comunque, che dai talent possa uscire anche qualche meritevole musicista. Io non credo che gli ascolti calerebbero, anzi, certamente cambierebbero e sarebbe un bel segnale per chi davvero ascolta, apprezza e compra la musica, oltre che, naturalmente, per chi la scrive. In conclusione, non più un Festival di Sanremo come semplice show televisivo ma come Festival della canzone italiana.

Ho letto che sei stato inserito tra quegli artisti, tra i candidati a Sanremo, che «ha ottenuto buoni risultati con il solo rimboccarsi le maniche e da diversi anni»: come è iniziato il tuo percorso musicale?
Dove l‘hai letto? Io sono sempre l’ultimo a sapere queste cose! Ho iniziato tanti anni fa’, 16 per la precisione, al liceo, come quasi tutti. 4 amici, 2 chitarre, una tastierina, una batteria mal ridotta, a sgolarmi in un garage. Le prime festicciole, poi qualche piccola festa di piazza, poi i localini. Tutto in maniera assolutamente “artigianale”, allora non esisteva l’home recording, per registrare una cassetta si doveva andare necessariamente in uno studio di registrazione, e soprattutto avere i soldi per pagarlo. Sembrano passati 100 anni! Con i Madeira, il gruppo con cui ho suonato più a lungo, abbiamo fatto cose interessanti, ho iniziato ad avere un approccio appena più professionale nei confronti della questione “musica”, iniziando a studiare canto e comprando qualche strumento meno “basic”. E’ stata un’esperienza altamente formativa, oltre che divertente, anche perché condivisa con quelli che sono ancora oggi, come allora, i miei migliori amici. Solo nel 2005 ho iniziato quella che, se fossi già un po’ famoso, potrei definire “carriera solistica”. Nel 2006 ho scelto di tentare l’ “esportazione del prodotto” iscrivendomi a 2 concorsi, uno a Roma, l’altro a Bologna. Con una macchina piena di amici dell’università, su e giù per l’A 1, serata dopo serata sono arrivato in finale ad entrambi i concorsi e li ho vinti. A distanza di 2 mesi (luglio e settembre 2006) ho vinto i due soli concorsi a cui io abbia mai partecipato! E per giunta con due canzoni diverse! Il risultato mi diede un po’ di forza, iniziai a collaborare con uno dei più noti musicisti e arrangiatori italiani, Fio Zanotti, poi sono approdato alla AM Productions che ha pubblicato i miei primi 2 dischi (2009 e 2011). Questo è quanto, ora siamo qui ad attendere l’uscita del terzo.

Quando hai capito che questo doveva diventare il tuo mestiere?
Mah, veramente ancora non l’ho capito. Lo spero, sarebbe la mia massima aspirazione ma di disillusione e scetticismo abbiamo già parlato. Per ora sono in mezzo al guado, ben attrezzato, stivali, tuta impermeabile, non mi bagno, ma le sponde sono entrambe piuttosto lontane. 

Cosa deve aspettarsi il tuo pubblico se riuscirai ad essere sul palcoscenico dell’Ariston?
Una bella canzone, la sincerità della musica e l’urgenza delle parole, nessuna sovrastruttura, niente preconfezionamenti. Niente di più e niente di meno di quello che ho fatto fino ad ora.

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