Maxitruffa a Tar e gestori, migliaia di sim fasulle attivate a spese dei cittadini: 11 alla sbarra

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Maxitruffa a Tar e gestori, migliaia di sim fasulle attivate a spese dei cittadini: 11 alla sbarra

Rinviati a giudizio gli 11 indagati nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo della telefonia al Tar Salerno che ha portato all’intestazione al Tar salernitano di 1.246 schede sim e di 889 utenze cellulari, di fatto concesse a persone non identificate. Il gup del tribunale salernitano, Piero Indinnimeo, ha disposto il non luogo a procedere per l’associazione a delinquere e il peculato: restano, invece, in piedi le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e truffa. Il processo prenderà il via nel mese di dicembre. Sul banco degli imputati saliranno i due dipendenti della sede del tribunale amministrativo salernitano e nove promotori commerciali delle compagnie telefoniche coinvolti nell’inchiesta. Assolto l’unico indagato che aveva scelto il rito abbreviato. 

Un passo indietro
La guardia di finanza di Salerno scoprì una truffa ai danni del Tribunale amministrativo e dei maggiori gestori telefonici. Nell’enorme giro di falsi contratti finirono anche l’ex dirigente amministrativo del Tribunale e una dipendente. Dodici erano gli indagati, di cui 4 arrestati ai domiciliari, e 6 destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti dovevano rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, peculato, abuso d’ufficio, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato e ai danni dei gestori di telefonia: Tim, Vodafone, Wind, H3G, Poste mobile e Bt Italia. Uno scandalo su cui aveva già puntato i riflettori un’inchiesta di Report. E, al Tribunale amministrativo, lo scorso anno sarebbe arrivata una bolletta da centinaia di migliaia di euro. Non solo misure cautelari, ma anche sequestri preventivi sono stati eseguiti nel giorno del blitz e nel corso dell’operazione denominata «Tar sim». Gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Salerno apposero i sigilli su beni del valore di circa mezzo milione di euro, sulla base di un provvedimento firmato dal gip Elisabetta Boccassini. Alcune delle numerose schede telefoniche intestate al tribunale salernitano venivano, invece, utilizzate da persone coinvolte in indagini sulla camorra o già condannate per evitare di essere intercettate.

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