Striscione razzista contro ministro Kyenge: controreplica del circolo Pd Capaccio

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Striscione razzista contro ministro Kyenge: controreplica del circolo Pd Capaccio

Continua lo scontro tra i militanti del movimento Forza Nuova, autori dello striscione affisso in occasione della visita del ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge con la scritta “Kyenge chi ci pensa al Congo?”, e gli esponenti del circolo del Pd di Capaccio, che, attraverso un comunicato stampa criticano l’iniziativa dei Forzanovisti. La Federazione di Salerno di Forza Nuova giorni addietro, infatti, attraverso il responsabile Mario Pucciarelli, inviò una nota attraverso la quale spiegava i motivi del gesto replicando, inoltre, alle critiche del circolo Pd di Capaccio.

I forzanovisti «Lo ‘ius sanguinis’, tutt’oggi in vigore, è costituzionalmente riconosciuto (dal 1948) e che configura da sempre il “principio cardine” dell’identità nazionale (non solo in Italia). La burocrazia, a cui fanno riferimento, tuttalpiù concede delle deroghe, attribuendo in forma eccezionale tale cittadinanza per altre vie (naturalizzazione, adozione, etc). Ed invece, i “democratici” provano a invertire il concetto, ascrivendo la reale ed effettiva italianità ad un semplice fatto valoriale, negando il dato fondamentale della trasmissione di sangue (come se i nostri nonni e trisavoli fossero tali solo per un semplice dato affettivo sentimentale e non perché discendiamo “genealogicamente” da loro!). Ma pur volendo prescindere dallo “ius sanguinis”, uno dovrebbe pensare che buona parte degli immigrati che sopraggiungono in Italia conoscano, e si riconoscano, in Leonardo e Dante, nella nostra cultura storica, nelle nostre millenarie usanze, nel nostro sedimentato retaggio cristiano e romano. Così, invece, non è, e i fatti lo provano (chi non ricorda la pretesa dei musulmani di rimuovere i crocifissi dalle scuole o di far proibire la carne di maiale dalle mense?). L’idea della Kyenge e dei suoi più infervorati accoliti è quella di imporre, aderendo ai dettami del mondialismo massonico, il modello multiculturalista che rappresenta l’incipit della decomposizione progressiva dell’identità di un popolo e del suo tessuto societario. La stessa Merkel e Cameron ne hanno ammesso il fallimento, e possono dirlo a ragion veduta».

Adesso la controreplica del circolo Pd «Il circolo del PD di Capaccio Paestum ha riflettuto prima di rispondere al delirante comunicato diffuso dalla federazione provinciale di Forza Nuova, sia perché non riteniamo proficuo dedicare attività politica a dirimere questioni seppellite dalla storia e sia perché qualcuno potrebbe considerare indecoroso offrire opportunità mediatica a una formazione politica che rappresenta lo 0% dell’elettorato Italiano (nel 2013 ha ottenuto lo 0,26% di voti). Tuttavia, nondimeno, riteniamo che il PD, nel rispetto dei suoi valori democratici e progressisti, non debba mai dare per scontate posizioni forti che vengono dalla società italiana, anche quando rappresentino una esigua minoranza (fortunatamente). Dato che i ‘forzanuovisti’ si sono improvvisati esperti di genetica sapranno sicuramente che il popolo europeo discende da un unico ceppo africano trasferitosi qui molto molto tempo fa. Ragione per cui non esiste nessun ‘parametro genetico’ in assoluto, esiste solo l’adattamento somatico della specie che si combina alla mescolanza delle popolazioni. I nostri ‘illustri’ interlocutori sapranno anche che in Italia è molto comune incontrare sia persone more che bionde, sia di pelle scura che chiara, come sapranno pure che in Sicilia si assiste a una formidabile contrapposizione di genomi saraceni e normanni. Tutto questo per dirvi che non c’è nessun gene da proteggere e se qualcuno volesse ‘tornare alla purezza delle razze’ dovrebbe farlo in Africa dove c’è il patrimonio genetico più antico. C’è invece una tradizione e una cultura dell’Italia da valorizzare e da esportare nel mondo per veicolare prodotti e invogliare turismo. Un patrimonio culturale che non è dominio di un gene ma che è un coacervo di valori a cui ogni persona – senza distinzione – può liberamente ispirarsi. Inoltre, proprio in virtù del richiamato ‘ius sanguinis’ vi rendiamo noto che il ministro Kyenge è italiana, avendo contratto nozze con un cittadino ‘italico’ (almeno che non vogliate abolire le nozze interraziali, ma a questo punto dovrebbe intervenire la neuropsichiatria e comunque dovrebbero essere abolite anche le nozze tra biondi e mori o tra persone basse e alte). Quindi, assodato che Cecile Kyenge è italiana, che si è perfettamente integrata in Italia e che quindi meglio di molti altri può fare il ministro all’Integrazione, non si comprende il significato dello striscione ‘Chi ci pensa al Congo?’. Perché mai il ministro Kyenge dovrebbe pensare al Congo se è italiana e vuole stare qui? Facciamo inoltre presente che è lo ‘ius soli’ (e non lo “ius sangunins”) a rendere percorribile il concetto in base al quale chi non nasce in Italia è limitato nel diritto di elettorato passivo (ad esempio negli USA, in cui esiste lo ‘ius soli’, può essere eletto Presidente solo chi è nato lì). D’altra parte lo ‘ius soli’ (non ancora in programma e citato in alcune interviste dal Ministro Kyenge come strumento di integrazione) è l’unica bandiera che sventola la Lega Nord in difetto di argomenti politici. Non giova certo a Forza Nuova scimmiottare un partito separatista come la Lega. A ciò si aggiunga che non ci sarebbe nulla di pericoloso se si arrivasse a una normativa inclusiva come quella dello ‘ius soli’ ovviamente accompagnata da limitazioni di buon senso (ad esempio valida solo per figli di stranieri che siano residenti in Italia da un certo lasso di tempo). D’altra parte un bambino che studia e cresce in Italia si integrerebbe meglio se fosse subito riconosciuto cittadino italiano. Nella speranza che anche voi possiate presto integrarvi nella società italiana, ci limitiamo a sottolineare che se lo stesso vigore con cui vi scagliate contro gli immigrati lo utilizzaste per scagliarvi contro la camorra (che sfrutta l’immigrazione) incontrereste un pizzico in più della nostra stima politica. A questo punto, per il circolo di Capaccio Paestum del Partito Democratico la questione è chiusa e non ribatteremo a nuovi comunicati in quanto, non ce ne vorrete, ma abbiamo anche altro di cui occuparci. Lasciamo a voi la prolungata speculazione di questi argomenti farneticanti che hanno, purtroppo, generato dei mostri nel nostro passato».

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