Scandalo Forestale, Santoro sotto torchio ammette responsabilità: forse rito abbreviato

| di
Scandalo Forestale, Santoro sotto torchio ammette responsabilità: forse rito abbreviato

Alla fine ha confessato. Marta Santoro dopo quasi due ore d’interrogatorio ammette le sue responsabilità in merito alle tangenti riscosse in cambio di omessi controlli ed apposizione di sigilli.

Nel corso dell’interrogatorio del pm Maurizio Cardea tenutosi giovedì nel carcere di Fuorni dove la donna è detenuta, la Santoro avrebbe ammesso di aver riscosso tangenti in almeno quattro occasioni contestate dalla Procura di Salerno per le quali sarebbe stata applicata la custodia cautelare per i reati di tentata concussione, concussione consumata e millantato credito. La Santoro resta, dunque dietro le sbarre. Sfuma, quindi, l’intento dei legali Antonello Natale, Antonio Zecca e Domenico Guazzo di revoca dell’arresto, stessa sorte per il coniuge Petillo che rimane ai domiciliari.

A quanto pare la donna avrebbe ammesso le sue responsabilità, quindi, dinanzi a prove oramai schiaccianti raccolte dai carabinieri del Comando provinciale di Salerno coordinati dal colonnello Fabrizio Parrulli che si concretizzerebbero in registrazioni telefoniche e videoriprese che riguarderebbero i quattro capi d’imputazione a suo danno: riscossione di 4mila euro da un noto imprenditore in concorso col Petillo, richiesta di 2mila euro per ogni matrimonio allestito in un ristorante nonostante l’apposizione di sigilli, richiesta di una somma pari a 10mila euro al titolare di altro ristorante in cambio dell’utilizzo di un parcheggio sottoposto a sequestro ed infine consegna di 14mila euro in più tranche ad un imprenditore la cui villa sarebbe stata sottoposta a sequestro. Al pm la Santoro non avrebbe fatto altri nomi nonostante le numerose denuncie di altri imprenditori, nel contempo alla luce di quanto emerso da questo importante interrogatorio si potrebbe decidere di procedere con il rito abbreviato. Tenedo conto dei capi d’accusa l’ex comandante della Forestale rischia fino ai 12 anni di detenzione per il reato di concussione e tentata concussione, invece per il millantato credito la pena prevista oscillerebbe tra 1 e 5 anni di carcere.

© 

Consigliati per te

©Riproduzione riservata