Autovelox Agropoli, spunta il business degli avvocati

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Autovelox Agropoli, spunta il business degli avvocati

Non accenna a placarsi la polemica relativa all’autovelox “della discordia”, presente fino a qualche mese fa tra le uscite sud e nord di Agropoli. Ma oggi il dato che emerge non riguarda le laute entrate registrate in poco tempo dalle casse comunali, ma il business dei ricorsi ad opera di alcuni avvocati. Due le associazioni, Camelot, di Giovanni Basile e Noi Consumatori, di Giuseppe Russo, che sono in prima linea da mesi per contestare la legittimità dell’apparecchiatura fatta installare dal comune di Agropoli nel luglio scorso sulla Cilentana e che hanno avviato una serie di ricorsi a tutela dei cittadini multati. Ma non sono i soli a fare opposizione ai verbali, risulterebbero anzi quelli che ne hanno curato in numero esiguo, ma sono invece tanti i legali che si stanno arricchendo a suon di ricorsi. I cittadini che sono stati multati, circa 50mila,  testimoniano che la richiesta per ogni ricorso è pari a circa 50 euro. Cifra che moltiplicata per centinaia di ricorsi porta ad una somma notevole. Non è il caso di Basile, il quale dice di aver presentato «5 ricorsi a mio nome per i quali ho preso solo un rimborso spese per l’impegno di recarmi in audizione dal prefetto di Salerno; circa 50 invece li ho curati a nome dell’associazione in maniera gratuita». «Le opzioni che offriamo ai ricorrenti – sottolinea Basile – sono due: per chi vuole fare ricorso tramite l’associazione, forniamo il ricorso standard gratuitamente e anche la comunicazione da inviare per l’eventuale decurtazione dei punti sulla patente di guida, ma è il cittadino che invia personalmente la documentazione e curerà lui stesso l’eventuale audizione dinanzi al prefetto». Nel caso in cui invece «vogliono essere seguiti da un legale il discorso è diverso ed è a pagamento. Il problema – precisa Basile – è anche che noi avvocati siamo tartassati dallo Stato in quanto se ci facciamo firmare un mandato non possiamo lavorare gratuitamente». Gli introiti, per questa seconda opzione, pare comporti lauti guadagni per qualcuno: «sono 100 le opposizioni al giorno, secondo quanto riferito dal protocollo – dice il presidente di Camelot – e se consideriamo che ogni ricorrente ha ricevuto più verbali, parliamo di migliaia di ricorsi». In proposito Basile precisa «anche il collega Russo mi ha riferito di aver istruito circa 10 ricorsi, quindi mentre noi siamo apparsi come quelli che si interessavano alla tematica, in realtà c’è chi i clienti se li è fatti. In fila ogni mattina al comune – prosegue – ho visto tanti colleghi avvocati, collaboratori di studio e c’è probabilmente qualcuno che si è costruito il business sui ricorsi prendendo 1.000 euro per 20 verbali.  Io invece valuto caso per caso, in base a chi ho davanti. Due soggetti, ad esempio, che erano stati beccati in moto a 180 km all’ora, ho rifiutato di seguirli, ma se viene una persona con 20 verbali, per 4.000 euro  e due sospensioni di patente – conclude – non puoi certo farti pagare 50 euro perché sei tu stesso ad esporti». 

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