Cilento, torturano e sequestrano l’amante del padre: il giudice dice no all’archiviazione

| di
Cilento, torturano e sequestrano l’amante del padre: il giudice dice no all’archiviazione

Niente archiviazione. La vicenda delle due sorelle di San Nicola di Centola, che ad agosto 2015 sequestrarono e torturarono l’amante del padre non finirà nel cassetto. Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lagonegro Vincenzo Saladino. Il caso, dunque, resta così aperto in tutte le sue pagine perché  il gip non ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dal pm Francesco Greco e ha restituito gli atti perché formuli l’imputazione per le due indagate, in ordine ai reati di sequestro di persona in concorso con circostanze aggravanti comuni.

La richiesta di archiviazione del procedimento era stata avanzata dal pm Greco lo scorso 10 febbraio 2016 perché «la privazione della libertà si è esaurita nel tempo necessario alla estrinsecazione del comportamento violento delle imputate». Una richiesta non accolta dal giudice che invece ha stabilito che «il lasso di tempo durante il quale la donna è stata privata della libertà personale è giuridicamente rilevante al punto che sarebbe stata sopraffatta dalle minacce e dalla violenza perpetrata dalle due sorelle». I fatti risalgono ad agosto 2015, quando le due giovani hanno rinchiuso l’amante del padre, una quarantenne, in un appartamento di Vibonati, preso in affitto per l’occasione. Una volta dentro, le hanno tolto con la forza il telefonino e picchiata afferrandola per la gola, fino a farle mancare il respiro. Non contente, le hanno puntato le forbici alla gola e morsa su più parti del corpo. Poi calci, e infine, minacce di morte e strattonamenti. La donna, stando a quanto dichiarato ai carabinieri nella denuncia, è riuscita a scappare approfittando di un momento di distrazione delle due giovani. Dalle indagini dei carabinieri sarebbe emerso un pestaggio brutale costato alla donna settimane di prognosi, e l’arresto su ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip del tribunale di Lagonegro, delle due giovani, una domiciliata a San Nicola di Centola e l’altra a Trieste.

Il gup del tribunale di Lagonegro, Matteo Claudio Zarrella, lo scorso marzo aveva condannato le due sorelle a 2 anni e 8 mesi di reclusione ciascuna per minaccia, rapina e lesione personale, più le spese processuali. Il pm ne aveva chiesto l’archiviazione ma il legale della donna si era opposto con un atto di opposizione sottolineando che «la libertà fisica (della quale la donna è stata privata per circa 4 ore) è la condizione primaria per l’esercizio di tutte le altre libertà riconosciute alla persona dall’ordinamento giuridico». Una vicenda intricata e delicata passata poi nelle mani del gip che ora non ha accolto le richieste del pm ed ha restituito gli atti perché formuli l’imputazione di sequestro di persona per le due indagate, attualmente libere. 

©

Articoli correlati Cilento, torturano l’amante del padre: sorelle condannate a 2 anni e 8 mesi di reclusione

Picchiano l’amante del padre, le 2 sorelle davanti al giudice: al via udienza preliminare

Picchiano e minacciano di morte l’amante del padre, il pm chiede il processo per due sorelle

Sequestrano e picchiano a sangue una 40enne: due donne cilentane in manette

Consigliati per te

©Riproduzione riservata