Adescano minori su Facebook, 400 vittime sono salernitane: tra loro molti cilentani

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Adescano minori su Facebook, 400 vittime sono salernitane: tra loro molti cilentani

Scelgono la preda. La “lavorano” fino a conquistarne la fiducia. E dopo i primi inviti a luci rosse, inizia l’incubo dei ricatti e delle estorsioni. Ammontano a circa 150 l’anno i casi di adescamento di minori, ma è nell’estorsione sessuale che si registra un dato clamoroso: sono infatti oltre 400 i salernitani vittime del ricatto economico. La notizia è riportata questa mattina sul quotidiano La Città di Salerno. Nella maggior parte dei casi (ben l’85 per cento) si tratta di uomini che cadono nella trappola di donne particolarmente avvenenti. Dopo aver chattato con loro ed essersi scambiati video e foto, sono costretti a sganciare soldi per scongiurare di essere smascherati con mogli o fidanzate. Ad adescare, come confermato da Fabiola Silvestri, dirigente della polizia postale Campania, sono per lo più donne straniere (Africa e Sudamerica), che mostrano come immagine del proprio profilo sui social, fotografie provocanti che lasciano ben poco spazio all’immaginazione. Ci sono anche casi (ma sono la minoranza) di donne che intrattengono rapporti virtuali e si ritrovano poi ricattate, ma in questo caso spesso si rientra nel reato di stalking di ex mariti o fidanzati. C’è poi il capitolo di quelli che puntano ai minori, alle volte fingendo di avere un’età anagrafica diversa da quella reale. In generale, in Campania ammontano a 292 i casi di furto di identità e nel 2015 sono stati registrati 9 arresti per pedofilia on line, 30 denunce, 32 siti monitorati, 38 perquisizioni e 200 siti web pedopornografici inseriti nella lista nera. 

Le storie sono diverse, ma a tenerle unite, oltre all’amarezza, c’è un modus operandi che accomuna molti episodi in cui cascano ingenui naviganti: minorenni dagli 11 ai 17 anni, ma anche tanti uomini in età adulta. Ci è caduta una quindicenne di Battipaglia – si legge sempre su La Città – credendo in un ragazzo di bell’aspetto. Lui le ha mostrato alcuni video inseriti su youtube, 160 visualizzazioni per accreditare la notorietà tra i suoi amici. Lei ha abbassato poco alla volta le difese fino a invaghirsi acconsentendo di passargli dalla webcam foto e pose succinte. L’ha pagata cara. Dietro quel ragazzo, c’era un 65enne che subito dopo ha avviato un’estenuante richiesta di materiale pedopornografico. Se ne sono accorti i genitori ed è scattata la denuncia alla polizia postale. C’è Mario, oggi quarantenne, salernitano, esperto di tecnologie che ha lavorato anche per l’Agenzia spaziale europea. Un giorno cade nel finto profilo di una donna che riesce a irretirlo al punto che lui è arrivato a firmare cambiali per l’acquisto di beni in suo favore e a sganciare soldi contanti, rapito dal volto camuffato della avvenente interlocutrice. Che al primo incontro fisico si rivela gay. E soprattutto mascalzone. E Federica, 18enne di Capaccio: incontra in chat un uomo di 40 anni. Si frequentano, lei si innamora e accetta una gita in barca, un bicchiere di troppo finché scivola in una serata orgiastica. Il giorno dopo lui la ricatta con filmati e le chiede soldi. Le spilla oro e telefonino. Finché la ragazza non va dalla polizia. Ora l’uomo è sotto processo per estorsione, la ragazza non si è voluta costituire parte civile. E ancora, il caso di una minorenne della provincia di Salerno, convinta di parlare in chat con un coetaneo. Ma lui era un signore albanese di 68 anni malintenzionato, unico caso in Italia di adescamento per il quale la procura di Salerno ha chiesto e ottenuto l’estradizione dopo avere “inseguito” il responsabile su chat e profili facebook fittizi. Da due anni lui la costringeva con minacce a inviare attraverso il social network video erotici realizzati con la webcam. E quando la minorenne si rifiutava di alimentarne i desideri, il 68enne la teneva sotto scacco pubblicando cortometraggi erotici in suo possesso, visibili a amici e parenti di lei e pubblicati persino sul forum della scuola. Ora lui è nel carcere di Rebibbia, in attesa di essere processato.

Fonte: La Città di Salerno

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