Cilento, volontari esasperati combattono randagismo e trasformano casa in piccoli rifugi

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Cilento, volontari esasperati combattono randagismo e trasformano casa in piccoli rifugi

Il randagismo nel Cilento è uno tra i problemi più diffusi. Da tempo gruppi di volontari si sono attivati in prima persona per tentare di risolvere la situazione. Trovare una casa ai randagi, togliendoli dalla strada cercando di creare un ambiente più sano. Molto spesso, però, le soluzioni adottate dai cittadini sono drastiche perché il veleno colpisce indiscriminatamente. Ed è qui che i volontari entrano in gioco, trasformando le loro case in piccoli rifugi in attesa di una sistemazione. La mancanza di un canile e gattile nelle zona, in grado di dare una risposta efficiente al problema, non aiuta. «I politici delposto,che nei loro programmi elettorali,hanno promesso appunto la realizzazione di canile e gattile, noi crediamo ancora a quelle promesse – esclama una delle volontarie -. Sono stati stanziati da tempo, molti soldi da parte del parco per la realizzazione di un ambulatorio gratuito per le sterilizzazioni, che fine hai fatto questi fondi». Stando a quanto segnalato dagli attivisti ci sarebbe una determina dirigenziale del Parco (N. 323 del 18/11/13) risalente al 2013 in cui vengono stanziati oltre 100mila euro per il progetto ‘Lotta al randagismo nel territorio del Parco’ fondi che «non sono mai stati impiegati per il fine previsto». Una denuncia grave, quella mossa dagli attivisti. «Spendiamo molto tempo e denaro per questi esseri sfortunati – spiega un’altro volontario -. Eppure sappiamo che con la ingente somma stanziata dal Parco al dipartimento veterinario Asl si potrebbero sterilizzare moltissimi cani e gatti randagi. Come già fatto da tanti comuni si potrebbero stipulare convenzioni con ambulatori veterinari locali per effettuare sterilizzazioni gratuite – un modo per aiutare animalisti e cittadini indigenti -. Questo consentirebbe di diminuire drasticamente l’indecoroso fenomeno del randagismo». La soluzione quindi esiste, secondo i volontari ma «giace presso il dipartimento veterinario, noi ci siamo rivolti a molte istituzioni locali, purtroppo senza esito».

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