Operai Yele Camerota, 10 mesi senza stipendio: carabinieri e minacce di licenziamento. Scoppia la protesta

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Operai Yele Camerota, 10 mesi senza stipendio: carabinieri e minacce di licenziamento. Scoppia la protesta

I carabinieri della stazione di Marina di Camerota, coordinati a livello territoriale dai colleghi della compagnia di Sapri, sono dovuti intervenire lunedì mattina all’isola ecologica di Camerota inviati sul posto dal sindaco Antonio Romano. Alcuni dipendenti della Yele, gli operai che si occupano di raccogliere i rifiuti in tutte e quattro le frazioni, hanno deciso di scioperare per protestare contro il mancato pagamento di circa dieci mensilità arretrare. La situazione va avanti da mesi e in paese non si parla d’altro. «Il sindaco fa promesse ma noi non abbiamo i soldi per campare» fanno sapere all’unisono dall’impianto. Secondo indiscrezioni il primo cittadino avrebbe allertato le forze dell’ordine per una «mancata comunicazione dei sindacati dello sciopero». «Il sindaco ha fatto delle note di contestazione alla Yele – fa sapere Ciro Troccoli, assessore con delega all’Ambiente del comune di Camerota – comunicando che ci sono state problematiche. L’amministrazione aveva fatto 15 giorni fa dei versamenti di 3 mensilità ai dipendenti più il versamento della quota dei contributi⁠⁠⁠⁠». Diversi sono stati gli incontri tra il primo cittadino, Antonio Romano, e gli operai della Yele, tutti con esito quasi sempre negativo.

«E’ ora di farla finita – tuona Mario Scarpitta, consigliere di opposizione -. Quanta dignità dovete ancora togliere alla gente? Dove sono finiti i soldi della Tari? Cosa avete pagato invece di dare lo stipendio ai dipendenti? Vi sembra onesto minacciarli di licenziamento, nonostante non vengano pagati solo perché esercitano un loro diritto? Perché non invertite i ruoli e lasciate scoperte dieci vostre mensilità? Avete detto alla gente che anche lo stipendio di ottobre vi siete liquidato? Siccome avete pubblicamente detto che occorreva anticipare le scadenze per pagarli, perché andate in televisione a dire che grazie alla Soget la riscossione è aumentata e non pagate? Cosa c’è sotto la cenere? Nuove cooperative? Dove volete portare il paese? E’ possibile sopportare tutto questo?». Infine Scarpitta invita «tutte le forze politiche e i dipendenti ad un incontro pubblico di responsabilità, affinché la popolazione sappia la verità».

Sul caso è intervenuto anche il sindaco che direttamente, tramite il suo profilo Facebook, ha lasciato un post sul gruppo «Se fossi il sindaco…». «Intervengo sulla vicenda nettezza urbana. I lavoratori della Yele – scrive Romano – vantavano 24 mensilità quando io mi sono insediato. Oggi ne vantano 10. Questo significa che i lavoratori avrebbero dovuto scioperare non oggi ma quando vantavano 24 mesi. Noi, con fatica ed impegno abbiamo fatto fronte alle nostre mensilità oltre a 14 delle vecchie. Lo sciopero andava fatto nel 2010, 2011 e parte del 2012 quando si è accumulato il ritardo. Come Sindaco ho il dovere di garantire il servizio ai cittadini che pagano le tasse. Non ci siamo mai sottratti a rimediare agli errori della precedente Amministrazione. So, anche, che buona parte dei lavoratori ha subito una autentica pressione a fare sciopero». 

Subito è arrivata la risposta di Pierpaolo Guzzo, capogruppo della minoranza: «In merito alla vicenda degli operai Yele, si precisa quanto segue: nel dicembre 2011, anno della caduta della precedente Amministrazione, i dipendenti Yele vantavano circa 10 mensilità, avendone ereditato 7 all’atto di insediamento nel 2009 dalla gestione Commissariale; nel corso degli ultimi due anni, a prescindere dalle pessime valutazioni politiche sulla gestione economica-finanziaria dell’ente, il Comune di Camerota, ha contratto mutui con la Cdp per circa 4.000.000,00 di euro, che dovevano essere utilizzati per azzerare il debito con gli operai, come hanno fatto tutti i Comuni del Cilento. Quindi nulla è stato fatto dall’attuale amministrazione per azzerare il debito, ma soprattutto sarebbe stato necessario che sull’isola ecologica il sindaco anziché mandare i Carabinieri, si doveva recare lui».

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