Mingardina strada maledetta, decine di persone rischiano tutti i giorni la vita. I cittadini:«Politici presenti solo quando si deve votare»

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Mingardina strada maledetta, decine di persone rischiano tutti i giorni la vita. I cittadini:«Politici presenti solo quando si deve votare»

E’ diventata un terrore per gli automobilisti del basso Cilento. La Mingardina, strada che collega Marina e Palinuro alle uscite della superstrada e non solo, da anni è soggetta a frane, smottamenti, incidenti causa il manto stradale in pessime condizioni, allagamenti dovuti alle forti mareggiate e addirittura il mare in un punto ben preciso è riuscito a scavare una voragine che si va via via allargando. Sono stati stanziati solo nello scorso mese di settembre 475mila euro dalla provincia di Salerno, tanti gli interventi inziati e mai terminati da tecnici e rocciatori.

A Camerota giovedì l’ennesima frana è stata registrata proprio dove l’erosione costiera ha raggiunto il culmine. Nel bivio con il Ciglioto, la strada che conduce a Licusati da San Severino di Centola, una frana nel mese di Settembre determinò la chiusura della strada. Lì i lavori di sistemazione non sono mai terminati, per il momento si viaggia a senso unico, alternato da un semaforo. Sempre durante l’estate trascorsa nella notte, all’altezza della discoteca ‘Il Ciclope’, un masso si stacca dal costone andando ad impattare contro la parte posteriore di un’automobile con a bordo quattro ragazze rimaste tutte illese come per miracolo. E’ alta la preoccupazione dei genitori che quotidianamente mandano i propri figli a scuola in autobus a Sapri, a Vallo della Lucania e a Centola. Molti di questi ragazzi quando è maltempo  non frequentano spinti dai genitori a restare a casa «perchè la strada non è sicura» dicono. Famose le parole del cantautore Enrico Ruggeri che cinguettò su Twitter, dovendo raggiungere Marina di Camerota per un concerto estivo, «più facile raggiungere Sarajevo durante la guerra che questo posto».

Le frane, gli smottamenti, gli incidenti e i problemi in generale, aumentano ogni qual volta le condizioni climatiche peggiorano. Le forti piogge sono il nemico numero uno della Mingardina, ma anche il mare agitato non scherza. Sindaci e amministratori si muovono solo quando si sono già sfiorate le tragedie. Come giovedì, quando due massi sono caduti da quattro metri circa dopo poche decine di minuti che due autobus pieni di studenti avevano oltrepassato quel punto. Cosa bisogna aspettare per risolvere in modo definitivo il problema? Di chi è la colpa se i lavori cominciano e non terminano mai come dovrebbero? Se un giorno dovesse succedere qualcosa di veramente grave, chi si assumerà le responsabilità? E infine, se dovesse franare la montagna prima dell’inizio dell’estate chi pagherà i danni (incalcolabili) alle attività commerciali del posto che vivono maggiormente di turismo?

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