Casal Velino: “Il sindaco sprint è uno che prima spara e poi dice mani in alto”.

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Casal Velino: “Il sindaco sprint è uno che prima spara e poi dice mani in alto”.

A Casal Velino piazza Marconi, centro della memoria storica della frazione di Marina, non esiste più, se non nel ricordo della gente. E non esiste più in virtù di un progetto di rifacimento, approvato dall’amministrazione comunale vigente, che prevede l’eliminazione della suddetta piazza, che verrà sostituita da una carreggiata a due corsie, affiancate da più ampi marciapiedi.

Nonostante la petizione promossa dall’associazione “Obiettivo Comune”, firmata da 900 persone, per chiedere la sospensione del progetto, il sindaco e l’amministrazione comunale non hanno condiviso le perplessità dei firmatari e hanno confermato il piano di riqualificazione della piazza, ritenendo che l’intervento avrebbe migliorato l’estetica della frazione.

Giancarlo Vigorito, residente di Casal Velino, scrive al Giornale del Cilento chiedendo la pubblicazione delle sue considerazioni in merito all’eliminazione della piazza, i cui lavori di demolizione sono iniziati già alla fine dello scorso novembre.

“E’ davvero impressionante la velocità con la quale il sindaco di Casal Velino ha dato il via ai lavori di piazza Marconi. Ha messo a sedere tutti coloro che, forti di 900 firme di cittadini, speravano in una specie di confronto referendario per stabilire il cosiddetto indice di gradimento per questi lavori”, ci scrive Vigorito.

E continua: “Al sindaco la medaglia d’oro per l’eccezionale sprint. Agli altri, cioè a chi, per svariati motivi, non voleva i lavori, la rabbia per averlo preso ancora una volta in quel posto, dove il sole fa fatica a battere”.

Sottolineando poi, senza mezzi termini, la mancanza “di confronto, di democrazia e di dialogo”, perché “quel che conta è la velocità d’esecuzione”, Vigorito incalza: “Il sindaco sprint è uno che prima spara e poi dice mani in alto. Eppure questa incredibile, e soprattutto improvvisa, velocità appare quantomeno strana e verrebbe da domandarsi quali siano i motivi che l’hanno determinata. E’ tanto più stupefacente la velocità del nostro sprinter in quanto ci sono molte situazioni dove si procede a velocità zero, cioè, per meglio dire, non si procede affatto. Parlo di situazioni di carattere igienico sanitario ai limiti della denuncia penale. Hanno il torto, queste situazioni, di essere periferiche e assolutamente non di facciata”.

Il cittadino indignato smorza i toni palesando le proprie speranze ed invitando il sindaco a rispondere: “Sogno, da quell’ottimista che sono, amministratori lungimiranti che, oltre a preoccuparsi di tenere in ordine la facciata, si preoccupino anche del resto del corpo, allo scopo di farne beneficiare, in maniera completa e duratura, tutta la collettività. Spero che il sindaco, per non dare adito a chi sa quali sospetti da parte dei soliti disfattisti, spieghi con chiarezza i motivi di questa repentina accelerata”.

Vigorito ritorna poi alla questione di piazza Marconi: “Ho sentito che per l’ultimazione dei lavori occorrerà, compresi interessi, la bella cifra di circa € 1.200.000 e che il comune ha dovuto contrarre un mutuo restituibile in 30 anni. Il debito graverà, in parti uguali, su tutti cittadini, neonati compresi. In linea con gli sperperi nazionali, in aggiunta al debito pubblico, ora abbiamo anche il debito comunale. Rifare piazza Marconi, o stravolgerla (come sostengono in molti), è un lavoro inutilmente costoso ed esclusivamente di facciata. Rimane a imperitura memoria ma sarà ricordato soprattutto per lo sperpero di denaro dei contribuenti”.

I commenti del nostro lettore si chiudono infine in quesiti provocatori: “A quando una legge che introduca la responsabilità oggettiva per amministratori di provata incapacità? Non so se chi ha voluto questi lavori è al corrente che l’art. 35 delle liberalizzazioni decreterà la fine delle tesorerie comunali e quindi della gestione locale delle entrate. Le somme incassate dai comuni prenderanno il volo per Roma a beneficio dello stato centrale. Mi domando come farà il Sindaco per le urgenze future e come farà a pagare il debito se non con altri debiti? Oppure, cappello in mano, organizzerà collette fra i paesani?”

Giancarlo Vigorito

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