Un documentario sul caso Casalnuovo, a Buonabitacolo la proiezione di «Mi chiamo Massimo e chiedo giustizia»

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Un documentario sul caso Casalnuovo, a Buonabitacolo la proiezione di «Mi chiamo Massimo e chiedo giustizia»

Martedì 20 agosto alle 21:00 in piazza Aldo Moro a Buonabitacolo sarà proiettato in anteprima «Mi chiamo Massimo e chiedo giustizia», il documentario dedicato al tragico incidente in cui ha perso la vita Massimo Casalnuovo, il meccanico ventiduenne morto a Buonabitacolo cadendo dallo scooter a un posto di blocco dei carabinieri la sera del 20 agosto 2011. Nelle ore immediatamente successive all’incidente due versioni totalmente opposte tra loro hanno iniziato a fare il giro della cittadina. La prima sosteneva che Massimo fosse caduto dopo avere cercato di investire il maresciallo Cunsolo. L’altra, di alcuni testimoni, affermava invece che il giovane sarebbe sbandato per un calcio sferrato allo scooter dal maresciallo.

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In 40 minuti il documentario prende in esame tutte le fasi dell’accaduto, dal primo comunicato stampa che incolpava Massimo di avere investito il maresciallo dei carabinieri, all’insurrezione della comunità di Buonabitacolo, alle voci di Emilio Risi ed Elia Marchesano, testimoni oculari dell’incidente. E poi le istituzioni locali, gli atti di indagine della polizia giudiziaria, le perizie tecniche, fino alla battaglia portata avanti dalla famiglia Casalnuovo in questi due anni, e l’udienza preliminare che lo scorso 5 luglio ha visto assolvere il maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo, unico indagato per la morte di Massimo. «La storia di Casalnuovo come quelle di Aldrovandi, Uva, Mastrogiovanni, Cucchi, Sandri, eccetera non possono essere archiviate – spiega il regista Dario Tepedino -, per arrivare alla verità bisogna continuare a ricordare e fare in modo che le incoerenze escano dai confini locali e arrivino a quante più persone possibili. È questo lo scopo del documentario, fare conoscere all’Italia questa tragedia e fare in modo che non sbiadisca finché non sarà fatta chiarezza. Per realizzare questo lavoro sono stati indispensabili il comitato Giustizia e Verità per Massimo, gli amici di Massimo, l’avvocato Cristiano Sandri, e soprattutto la forza e la dignità che contraddistinguono la famiglia Casalnuovo».

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