Chiusura uffici postali nel Cilento, un lettore: «Aprire conto corrente anzichè ritirare l’importo della pensione e tenerlo a casa»

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Chiusura uffici postali nel Cilento, un lettore: «Aprire conto corrente anzichè ritirare l’importo della pensione e tenerlo a casa»

Un lettore del Giornale del Cilento scrive alla redazione un’analisi sulla situazione attuale degli uffici postali nel Cilento proponendo un’alternativa per evitare la chiusura nei comuni coinvolti dai tagli di Poste Italiane. Ecco la lettera integrale.

Proseguendo nelle mie personalissime analisi a tutto campo, da tempo ho seguito l’evolvere della situazione Poste in alcuni paesi del Cilento, e del mio paese in particolare, Ortodonico, ho maturato delle risposte alle tante domande che, come è ormai mia consuetudine, voglio condividere con i lettori del Giornale del Cilento, diventato ormai il mio trait d’union con la mia terra d’origine, e in cui spero presto di tornare per gli ultimi anni della mia esistenza.

Fermo restando che non vedo mordente nelle autorità locali nel perseguire una lotta decisa per evitare la chiusura definitiva degli uffici postali, mi permetto di suggerire agli amministratori, e a quanti possono avere voce in capitolo in questa intrigata vicenda, un escamotage da proporre alle Poste Italiane, che di italiano ormai hanno poco, se abbandonano così un sacco di gente, e ricordiamo che l’impatto più negativo ce l’hanno le persone anziane o inferme, oppure non dotate di mezzi propri.

I Sindaci, o loro delegati, o comunque persone di spiccata capacità organizzativa, potrebbero indire delle pubbliche assemblee nei paesi, nei rioni, in qualche locale pubblico, ivi comprese le sale comunali, e invitare tutta la popolazione, specialmente i titolari di pensione, per fare opera di convincimento ad aprire un Conto Corrente su cui far confluire le proprie spettanze, invece di ritirare l’intero importo della pensione e tenerselo in casa, coi rischi che ne conseguono, dopodichè proporre alla Direzione delle Poste di riaprire gli uffici che sono stati chiusi.

Io credo che Poste Italiane, divenuta ormai a tutti gli effetti una Banca, abbia deciso la chiusura degli uffici nei piccoli centri, proprio perchè non ha un riscontro economico vantaggioso, pochissime persone investono in Buoni Fruttiferi e simili, per cui un tornaconto vero e proprio per le Poste non c’è, ha una spesa in perdita tenendo un ufficio aperto dove non v’è giacenza di capitale, anche se modesto, e allora provvede alla chiusura di questi cosìddetti “rami secchi”, con i disagi che ne conseguono.

Io credo che almeno un tentativo in questo senso si potrebbe fare, se non altro per vedere cosa pensa la gente tutta, e come viene recepito l’invito sia dalla popolazione sia dal fornitore di servizi.
Ma occorre fare in fretta, la campagna elettorale sarebbe stata una buona occasione per far pressione sulle Poste da parte di qualche candidato, credo che anche per la politica serva avere la gente soddisfatta, a tutti i livelli. Attendiamo sviluppi, chissà che non mi legga qualche persona che sappia cogliere l’occasione, se non altro per tentare.
Domenico Funicello 

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