Sbarco migranti a Salerno, ustionati e deceduti a bordo. Donne incinte in ospedale

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Sbarco migranti a Salerno, ustionati e deceduti a bordo. Donne incinte in ospedale

E’ attraccata al Molo Manfredi di Salerno la nave Gregoretti con 400 migranti a bordo di provenienza prevalentemente subsahariana, recuperati nel corso di più salvataggi. Sulla nave – oltre ai cadaveri di due donne recuperate già morte in due distinti interventi – vi erano anche 354 uomini, 40 donne e almeno una decina di minori accompagnati e non. I dati sono ancora incerti in quanto si stanno effettuando tutte le verifiche anagrafiche, per quanto possibile.

Non vi sono emergenze sanitarie ma, rispetto alle scorse volte, sono stati registrati molti casi di ustionati. Diverse anche le donne incinte che verranno sottoposte a controlli all’ospedale Ruggi di Salerno, cosi come tutte le persone che ne avranno necessità. Cento migranti rimarranno in Campania (tra questi i minori e le gestanti), altrettanti in Lombardia ed Emilia Romagna, 50 nel Lazio (escluso Rieti) e 50 in Veneto.

Nell’ambito delle indagini su scafisti, gli uomini della squadra mobile della Polizia di Stato stanno sentendo due persone. E’ stato anche sequestrato un cellulare ad un cittadino presumibilmente libico. «La macchina organizzativa sanitaria – spiega il direttore generale del Ruggi, Nicola Cantone – è ormai collaudata. Non è la prima esperienza e non sarà sicuramente l’ultima. Il Ruggi è stato preallertato, anche in seguito alla riunione che si è tenuta ieri. Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi situazione».

Il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi, come prima cosa ha inteso ricordare che «anche oggi abbiamo due vittime sulla nave. Non dobbiamo dimenticarlo. E’ sempre una tragedia. Ancora una volta abbiamo dimostrato, come città, la nostra straordinaria capacità di accogliere queste persone. Deve essere il momento della solidarietà tra italiani e non. Queste persone le dobbiamo distribuire sui nostri territori e non deve esserci un carico eccessivo in alcune realtà rispetto ad altre, ma ci sia una equa distribuzione. Dunque, non solo sforzo di solidarietà verso i migranti, ma anche e soprattutto tra tutti noi. Bisogna capire la posizione dei sindaci che rappresentano un territorio e i propri cittadini. Non è tanto una posizione personale ma una dinamica che sul territorio è presente. Però, noi che viviamo questi ruoli di responsabilità dobbiamo gestire anche le cose complicate. Io confido molto nel senso di responsabilità dei sindaci – aggiunge il prefetto – che capiranno che devono tutelare i loro concittadini ma anche gli altri. Siamo tutti italiani».

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