Nomine Parco del Cilento, Tarallo: «Si punti su eccellenze e qualità, non a trite spartizioni di cariche»

| di
Nomine Parco del Cilento, Tarallo: «Si punti su eccellenze e qualità, non a trite spartizioni di cariche»

Prima il termine ultimo entro fine anno, poi febbraio. Quel che è certo è che c’è attesa per il rinnovo dei vertici del Parco nazionale del Cilento. L’ente, infatti, a breve, dovrebbe avere un nuovo presidente e un nuovo direttivo che scende da 12 a 8 membri. E da mesi è già partito il toto nome, che all’inizio dava per preferito Carmelo Conte. Poi l’attenzione si sarebbe spostata su Vincenzo Pepe, presidente nazionale di Fareambiente, e Marcello Feola. E mentre alcune associazioni locali ambientali e del terzo settore hanno avanzato tre nomi, quello del naturalista Frassinet, del geologo Franco Ortolani e dell’urbanista Pietro Laureano, la rete dei cittadini del Parco, invece, spinge per la presidenza al giornalista enogastronomico Luciano Pignataro. Insomma, davanti palazzo Mainenti, sede del Parco a Vallo della Lucania, c’è la fila degli aspiranti alla poltrona occupata per 5 anni da Amilcare Troiano.

L’ex presidente del Parco ed ex sindaco di Montecorice, Peppe Tarallo, ha scritto una lunga riflessione (qui la prima parte) sulle conseguenze che sembrano profilarsi per il Mezzogiorno e, in particolare, per la provincia di Salerno e l’area parco, anche in riferimento alla prossima nomina del presidente e del consiglio direttivo del Parco. «E’ probabile – scrive Tarallo – che l’ipotesi del ministero al sindaco di Salerno non si concretizzi ma l’ipotesi è stata fatta da organi di stampa, e dalle stesse dichiarazioni dell’attuale viceministro si capisce che, pur non avendo chiesto nulla (!), sarebbe pronto a valutare la proposta se ci fosse. Ma le considerazioni fatte nella prima parte della nota rimangono comunque valide vista la sua azione governativa e voglio sperare che siano un buon motivo per non promuovere un signore delle tessere che ha mostrato di pensare solo alla sua città».

Ma veniamo al Parco. «Sembra – continua l’ex presidente – che il ministro Orlando venga confermato e che il nuovo centrosestra di Alfano farà parte anche del ‘nuovo’ governo. In più c’è un rapporto forte con Forza Italia e una disponibilità del gruppo di senatori fuoriusciti ‘in missione’ dal PdL-Fi e che formano il nuovo gruppo Gal e che alla bisogna potrebbe ancora crescere per rendere meno necessario e condizionante il partito di Alfano. Questo per dire che le voci già corse prima possono essere ulteriormente  confermate o almeno trovare sostegno nei rapporti di forza tra le parti».

«Quali erano queste voci che hanno trovato spazio anche in articoli di stampa oltre che nei soliti ambienti ben informati. Prima di tutto – spiega Tarallo – alla base c’è la logica di spartizione e occupazione degli enti ‘bottino di guerra’ (la logica dello spoil system). Certo i parchi non sono neanche lontanamente paragonabili agli enti nazionali le cui nomine si è detto siano state un motivo non secondario del colpo di mano a tradimento del sindaco di Firenze, ma i parchi sappiamo da tempo fanno sempre più gola al potere locale e regionale in quanto ritenuti importanti e strategici nella geografia politico-clientelare-elettorale. Quindi venendo ai parchi la prima cosa che è stata detta (stando alle voci naturalmente) è che se il parco del Vesuvio va al centrosinistra quello del Cilento andrebbe al centrodestra. E questo sia per i rapporti di forza governativi ma anche in forza della cd ‘intesa’ che la legge prevede tra ministero e regione nella nomina del presidente di un parco (che non si capisce ancora bene se sia ancora in vigore o sia stato già declassato al semplice ‘sentito’)».

In lizza «L’intesa – continua nella riflessione Tarallo – si sarebbe addirittura trasformata, stando a queste voci,in un puro volgare scambio secondo le peggiori tradizioni italiche: un parco, quello del Vesuvio, al Ministro e l’altro, quello del Cilento al presidente della Regione: insomma ,uno a me e l’altro a te! Cosa potrebbe derivarne da questo fraterno scambio politico delle spoglie dei parchi nazionali campani? Se dovesse toccare al centrodestra in base a questa logica di scambio, prima è corsa voce che Caldoro avrebbe indicato il presidente nazionale di Fare Ambiente, Vincenzo Pepe quello che per il suo rilancio sulla scena dell’attualità cilentana avrebbe proposto il rilancio di una sua vecchia proposta nonché cavallo di battaglia di quando nei lontani anni ’80 era stato assessore ad Agropoli. Agropoli, si lui ha casa ad Agropoli e del sindaco di Agropoli, il chiacchierato Franco Alfieri, quello che reggeva l’assessorato alla Provincia ai tempi degli appalti truccati a favore della camorra, di cui è fraterno amico anche per vincoli di compaesaneria in quanto entrambi originari del comune di Torchiara. Tanto amici che non mancava occasione di far scendere la sua associazione a fianco del sindaco, si trattase di Agropoli o Torchiara. Perfino quando le altre associazioni ambientalistiche si battevano contro il progetto di un megavillaggio e annesso campo da golf a Trentova, l’unica zona del comune di Agropoli che fa parte del parco nazionale,che là proprio inizia, e la cui chiara destinazione prima e dopo il Piano del Parco, rende impossibile questo tipo di interventi. Con lui avremmo un presidente favorevole a tutto: speculazioni, strade e, se necessario, qualche impianto nucleare visto che era, la sua, l’unica associazione ‘ambientalistica’ (!) a favore del nucleare. Ma le ultime voci, riportate dal Corriere del Mezzogiorno, danno in discesa le sue quotazioni a favore dell’ex assessore provinciale Feola. E’ probabile che quello che poteva essere un suo punto di forza-essere di destra ma gradito ad Alfieri, a sua volta legato al potente carro di De Luca, si è trasformato nel suo punto di debolezza: se deve toccare alla destra, nessuna comproprietà poltica tra i due schieramenti, soprattutto in vista delle ormai imminenti elezioni regionali a cui si sta preparando lo stesso Alfieri e, sembra, lo stesso De Luca che medita di riproporre la sua candidatura a presidente».

Perchè Feola? «Di Feola – spiega ancora Tarallo – non è nuova questa aspirazione alla poltona presidenziale del Parco: la prima volta in occasione del mio secondo commissariamento e di nuovo dopo le dimissioni di De Masi quando la spuntò Troiano e lui fu ricompensato appunto con l’assessorato ai LL.PP. della Provincia, quello che era stato di Alfieri. Assessorato che lasciato per la più comoda presidenza della società di manutenzione delle strade Provinciali, quelle che appunto da un anno a questa parte e in maniera inarrestabile stanno franando per mancanza di interventi e semplice manutenzione. Credo che si stia pensando a lui per il forte legame e altrettanto forte protezione dell’ex presidente della Provincia on. Cirielli, quello che voleva (ri)fare grande Salerno e la sua provincia e ne ha invece provocato l’involuzione fino allo smottamento. E sì, Caldoro per le scelte in provincia di Salerno non può prescindere da Cirielli, soprattutto in vista delle prossime imminenti elezioni regionali, quindi ecco il nome del fedele Feola,questa volta a ricompensarlo della sua trombatura alle politiche e risarcirlo della sua mancata nomina. Oltre alle frane delle strade cosa altro ci dovremmo aspettare da un assessore tanto quotato ed elevato? Stando al recente passato in qualità di assessore ha sponsorizzato 2 o 3 idee molto …ambientalistiche: la c.d. strada del parco,di cui per fortuna si è persa la traccia e il progetto-bufala di un impianto sciistico sul Cervati a cui non pochi tra amministratori e cittadini abboccarono. E la strada del parco, stando a qualche sua intervista, sarebbe servita per aprire le spopolate parti interne del parco al turismo nocerino-sarnese favorendone l’insediamento vacanziero e di fine settimana con la realizzazione di tante seconde case: ed ecco così assicurato lo sviluppo del Cilento interno! E’ probabile che da Presidente del Parco potrebbe partorire altre brillanti ed originali idee e progetti ma, visti i precedenti, sarebbe meglio non metterlo alla prova. Si dice poi che Caldoro potrebbe avere in serbo anche il nome dell’ex ministro Conte ma anche il suo è un nome in comproprietà: curiosamente proposto e lanciato dal centrodestra appartiene però al PD e in ultimo, forse in previsione di ciò, ha mostrato un certo attivismo attraverso il concorso di idee su ‘la Città del Parco’ la cui paternità gli viene contestata dal prof. Persico che ne riconosce anche il superamento,in quanto la sua (di Persico) ricerca sarebbe andata nel frattempo oltre rispetto a quando quell’idea era stata elaborata e che fu formunalta anche nel Piano Economico Sociale del Parco».

Ascoltare il territorio «Ma, dico io, è troppo in un momento in cui si parla di riforme e di NUOVO, chiedere alla classe politica e ai governi nazionale e regionale di lasciare che i parchi facciano i parchi senza trasformarli nell’ennesimo inutile carrozzone politico-clientelare? E’ troppo aspettarsi un presidente di alto profilo, come chiedono sia tante associazioni locali che Legambiente e, come in Abruzzo, tante eminenti personalità della cultura e del mondo ambientalistico? Ma in Abruzzo si è preferito nominare il presidente di una Comunità Montana che eventualmente per le forze politiche è un modello di riferimento. Dovremmo aspettarci anche noi una scelta di basso profilo? in un momento in cui il territorio si aspetta un nuovo slancio che sia all’altezza delle grandi potenzialità che qui ci sono, così come sono attestate dai riconoscimenti internazionali da parte dell’UNESCO (patrimonio dell’Umanità, Riserva di Biosfera, dieta mediterranea)? Sarebbe un impedonabile errore storico da parte di una classe politica e di governo che così mostrerebbe di essere dedita solo agli interessi di bottega e non ai destini del più esteso e popoloso parco italiano. Mi permetto di chiedere al ministro Orlando (o a ll’eventuale nuovo ministro) e al Presidente Caldoro di tener conto delle richieste che vengono dal territorio e dal mondo dell’associazionismo ambientale e culturale e non, con tutto il rispetto, di quelle che vengono dai rispettivi partiti o parti di essi o dall’interno delle proprie coalizioni. Qui si parla di parchi, che possono rappresentare il motore di una nuova Italia che punta sulle eccellenze e sulla qualità e non di trita spartizione di cariche». 

©

Twitter @MariannaVallone

Fonte foto

Consigliati per te

©Riproduzione riservata