Camerota, inchiesta usura: due ancora in carcere in attesa della decisione del gip, uno ai domiciliari

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Camerota, inchiesta usura: due ancora in carcere in attesa della decisione del gip, uno ai domiciliari

Restano in carcere Vincenzo Siani e Domingo Troccoli, i principali indagati nell’inchiesta ‘Usura – San Domenico ‘ scoppiata a Camerota. Mentre va agli arresti domiciliari Domenico Siani, padre di Vincenzo, la cui età e  le cui condizioni di salute non sarebbero compatibili con la misura cautelare e la cui posizione non avrebbe i presupposti per un eventuale disturbo delle indagini o per il ripetersi dei presunti reati. L’unico ad avere risposto alle domande del giudice, in occasione dell’interrogatorio di garanzia, sarebbe stato Vincenzo Siani, mentre gli altri due si sarebbero avvalsi della foacoltà di non rispondere. Vincenzo Siani si è dichiarato estraneo alle accuse, lasciando emergere un quadro di relazioni interrotte tra lui e gli altri coindagati, tale da lasciare cadere – secondo chi lo difende – l’ipotesi di associazione a delinquere. 

La posizione di Vincenzo Siani E’ stato ascoltato dal gip Vincenzo Siani, uno dei tre maggiori indagati. Il suo avvocato, Franco Maldonato ha detto che Vincenzo Siani  «ha avuto la possibilità di difendersi da un punto di vista sostanziale negando in maniera sdegnata che possa essersi mai configurata una convenzione usuraia o che esso stesso possa aver partecipato ad azioni di usura. Ma quello che credo che abbia notevolmente colpito il giudicante è che tutti i rapporti con i coindagati sono stati sufficentemente chiarificati e individuati come rapporti informati da una stretta osservanza del principio di causualità economica-finanziaria cioè tutte le transazioni commerciali intercorse fra Vincenzo Siani e i suoi attuali coindagati sono state connotate da un riferimento puntuale, a volte anche rigorosissimo, alle forniture di materiale per l’edilizia  apprestate da ‘Siani srl’ in favore di tutte le persone attratte nelle indagini e che pertanto non c’è alcun sospetto che possa essersi configurata una partecipazione del Siani ad una qualche convenzione illecita. Ovviamente questo comporta che la gravità del quadro indiziario ritenuto dal giudice delle indagine a carico di Vincenzo Siani viene recisa in radice, o quantomeno viene notevolmente attenuata. Le esigenze cautelari che il giudice delle indagini aveva ravvisato nella finalità di prevenire la consumazione di ipotesi di reato della stessa indole, sono escluse in radice dalla circostanza che tra gli indagati non esistono più rapporti di carattere personale ormai da tempo. Su questa base abbiamo sollecitato il giudice delle indagini ad adottare un provvedimento immediato di revoca della custodia cautelare».
 
Gli sviluppi Insomma le indagini continuano e nei fascicoli dei pubbici ministeri finiscono anche l’interrogatorio di garanzia di un indagato principale e la documentazione raccolta dagli avvocati a discapito delle accuse mosse nei confronti dei loro assistiti. A questo quadro investigativo si aggiungono le ricerche in corso da parte degli agenti della guardia di finanza che in queste ore stanno cercando di scovare eventuali o presunte ramificazioni di quello che gli inquirenti hanno considerato essere un giro di usura. 

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