Cilento, uccisi oltre trenta gatti e cani: cittadini sul piede di guerra

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Cilento, uccisi oltre trenta gatti e cani: cittadini sul piede di guerra

Una trentina di orribili decessi: alcuni cittadini hanno deciso di non sottovalutare l’ondata di avvelenamenti che da alcuni mesi colpisce cani e gatti di Morigerati e hanno manifestato la volontà di rivolgersi all’Enpa. Casi sparsi si sono sempre riscontrati nel paese, come altrove, ma da qualche tempo polpette killer uccidono con feroce e allarmante frequenza animali randagi e di proprietà. Il veleno utilizzato, nella maggior parte dei casi, è il lumachicida, che non lascia speranze, perché quando i sintomi si manifestano gli organi interni sono compromessi in modo irrimediabile e gli animali muoiono con terribili sofferenze. 

Dalla parte dei cittadini indignati per la criminalità del gesto, c’è il Codice penale. L’articolo 544 bis prevede sanzioni e anche il carcere per maltrattamento e uccisione di animali. Ferma e forte l’intenzione, a questo punto, di «far luce sulla vicenda» e riuscire anche a stanare i responsabili. 

A far scoppiare il caso è stata la tragica fine del cane di un anziano del posto. L’esca era nascosta in una polpetta di carne probabilmente posizionata lungo la strada. Questione di attimi e il cagnolino muore. Altri episodi del genere si verificano almeno da aprile. Oltre trenta i gatti uccisi e tre cani e diversi avvelenamenti per fortuna curati in tempo. Presa di mira anche la colonia di gatti che da anni viene accudita e nutrita dalle socie dell’Oasi wwf Grotte del Bussento intorno al centro visite. Il codice penale tutela anche i mici che vivono in strada, tra i principi generali infatti vale la regola che «i gatti liberi sono protetti dallo Stato» e che ai cittadini «è consentito nutrire e curare i gatti nel rispetto delle regole igieniche». 

Ora i cittadini, anche proprietari di animali, hanno paura e temono che il responsabile possa colpire ancora. Ecco perché si chiederà all’Asl una bonifica e una segnalazione alle Forze dell’ordine, e insieme all’Enpa trovare una soluzione affinchè non si verifichino più episodi del genere.

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