Morto Mennea, Scarpitta: «Camerota perde un amico, l’avevo sentito al telefono due mesi fa» (FOTO)

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Morto Mennea, Scarpitta: «Camerota perde un amico, l’avevo sentito al telefono due mesi fa» (FOTO)

Sono tante, immediate e piene di dolore e di ricordi le reazioni alla notizia della morte di Pietro Mennea, l’ex velocista e campione olimpico di Barletta, per 17 anni detentore del record del mondo dei 200 metri. Da tempo lottava contro una malattia incurabile, sembra un tumore al pancreas.

Cittadino onorario Dal 2010 cittadino onorario di Camerota e nello stesso anno era stato ospite nella frazione di Marina come testimonial della Corsa del Mito, la gara podistica organizzata dall’associazione Tuttinsieme. In quell’occasione consigliò a chi partecipava per la prima volta a una corsa del genere che «non è necessario vincere. E’ importante esserci, e trarre giovamento dalle piccole sofferenze del momento sportivo». E sul concetto dell’ agonismo: «E’ importante collegarlo alla passione, all’interesse vero. Poi, se uno non riesce, non fa niente. Ci sono altre medaglie nella vita».

Scarpitta «L’ultima volta l’ho sentito al telefono due mesi fa, gli avevo chiesto dei consigli sul prossimo testimonial della corsa del mito, lui mi fece una serie di nomi con cui poi ci avrebbe messo in contatto». Mario Scarpitta, presidente dell’associazione Tuttinsieme, ricorda così Pietro Mennea. «Da allora le sue condizioni di salute sono peggiorate, io lo sapevo e ho preferito non disturbare il volere dei familiari. Grande cordoglio a tutti loro». «Mennea è stato il primo testimonial della corsa del Mito – spiega Scarpitta al Giornale del Cilento – Da quel giorno si era instaurato un rapporto di stima tra noi, lo sentivo spessissimo. Appena lo conobbi ci tenni tantissimo a farlo diventare cittadino onorario di Camerota. In quel periodo ero assessore al turismo. Lo conobbi alla conferenza stampa a Salerno a Palazzo Sant’Agostino, prima della prima corsa del mito. Mi colpì la sua determinazione, il suo impegno verso i giovani». «E’ stato l’emblema dell’uomo vero del sud – aggiunge – tenace, determinato e che con pochi mezzi a disposizione, da una piccola cittadina come Barletta, è arrivato sul tetto del mondo, si è distinto come uomo e atleta, portabandiera dell’Italia in tutto il mondo. Umile, dai suoi occhi si capiva che era una persona molto sensibile. Grazie a all’impegno di tutto il consiglio comunale dell’epoca – conclude Scarpitta – possiamo ricordarlo come nostro concittadino e come uomo di grande valore».

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