Scontro aperto tra Pdl e Fdi: le motivazioni, tra potere e poltrone gli scenari futuri

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Scontro aperto tra Pdl e Fdi: le motivazioni, tra potere e poltrone gli scenari futuri

Non si placano gli animi in seno alla provincia di Salerno dopo il passaggio all’opposizione dei sei consiglieri Pdl. Le motivazioni di tale atto le ha date Francesco Nitto Palma, coordinatore del Pdl in Campania, secondo il quale la rottura non sarebbe da attribuire alle frizioni tra Carfagna e Cirielli: “La campagna elettorale – ha dichiarato Nitto Palma a Salernonotizie – è finita. Alcune frasi pronunciate non sono state il massimo sotto il profilo dell’eleganza e del buon gusto ma adesso è inutile che qualcuno provi a buttarla sul personale. Le questioni personali non ci interessano”.

A quanto pare le motivazioni andrebbero ascritte nella gestione del potere che, secondo Nitto Palma è unilaterale: «Le elezioni che, stando ai risultati, dicono che in Campania il Pdl ha ottenuto il 30% e Fratelli d’Italia il 2,5% mentre in provincia di Salerno il Pdl ha ottenuto il 29% e FdI il 7% – spiega Nitto Palma – Da quel momento abbiamo però assistito alla decisione di Fratelli d’Italia di candidare un suo rappresentante a Pontecagnano e Scafati e sempre a Scafati di uscire dalla maggioranza. Inoltre oggi, se non sbaglio, è stata revocata la delega ad un assessore provinciale senza consultare la maggioranza di centrodestra alla Provincia. Si tratta di scelte unilaterali che dimostrano la volonta di Fli di affrontare un percorso in solitario».

Non si è fatta attendere la replica di Fratelli d’Italia che ha risposto con Romano Ciccone: «Fratelli d’Italia non ha rotto alcun rapporto con il Pdl – dichiara il responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia di Salerno – che si assume irresponsabilmente il ruolo di sabotatore di amministrazioni del centrodestra a guida Fdi, elette dal popolo. Questa è la conferma delle minacce politiche che il commissario provinciale Mara Carfagna ha lanciato in campagna elettorale, con la richiesta di riequilibrio nelle Giunte, cioè più poltrone, che abbiamo già bollato come un vecchio modo di fare politica”. «Se ci sarà un confronto serio e programmatico nell’interesse delle comunità amministrate – conclude Ciccone – non ci sottrarremo. Certo, non cederemo a ricatti poltronistici»

Ma quale sarà il futuro della provincia di Salerno? Tutto dipende da quello che succederà in consiglio provinciale dove la giunta non può più contare sulla maggioranza e nel caso in cui si dimettessero la metà più uno dei consiglieri verrebbe sciolto il consiglio o, scelta più pratica con il medesimo risultato, votare la sfiducia al bilancio. Ciò significherebbe commissariare l’ente, ipotesi poco gradita anche al Pdl che, sempre tramite Nitto Palma fa sapere che: «Non intendiamo subire una visione muscolare della politica, non chiediamo posti in giunta alla provincia, non chiediamo le dimissione di Iannone, non faremo mozioni di sfiducia. Non immaginiamo minimante di consegnare la provincia ad un commissario. Restiamo in una posizione critica sotto il piano squisitamente politico»

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