«Io vittima di usura a Camerota. Ecco cosa mi hanno combinato». La confessione, le carte e la «trappola»

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«Io vittima di usura a Camerota. Ecco cosa mi hanno combinato». La confessione, le carte e la «trappola»

Lo chiameremo Edoardo, un nome di fantasia a sua tutela: è una delle presunte vittime del caso usura esploso a Camerota e che ha visto finire agli arresti nove persone con la grave accusa di «associazione finalizzata all’usura». Edoardo è in qualche modo anche la sagoma dentro cui può ritrovarsi ogni persona comune, particolarmente in una terra nella quale si arranca, si prova ad investire sul futuro, chissà con quanta dose di inconsapevolezza, chissà con quanto entusiasmo ed anche debolezza, un mix che può risultare letale se si incunea tra le grinfie di chi trasforma queste premesse in opportunità di speculazione. Edoardo vuole raccontare e lo fa davanti ad un registratore di un giornalista. Lo fa «perchè la gente deve sapere», dice. Le indagini sono tutt’ora in corso ed Edoardo racconta tutta la sua vicenda.

Il racconto Tutto è cominciato nel mese di gennaio del 2004. Edoardo ha intenzione di costruire a Marina di Camerota una struttura turistica di dimensioni notevoli. Non avendo denaro liquido a disposizione – secondo quanto racconta –  si rivolge al proprio commercialista di fiducia «lui – dice- mi ha fatto prendere un appuntamento con Domingo Troccoli, l’uomo che avrebbe potuto aiutarmi». Domingo Troccoli, risulta nelle carte in mano agli inquirenti come il principale indagato, il presunto capo del presunto giro dell’usura.  «Una mattina di gennaio – continua Edoardo – vado nello studio di Troccoli e lui mi dice di  portare con me il mio blocchetto degli assegni, con almeno 4 assegni da compilare». Edoardo ha bisogno di un prestito che corrisponde a 10 mila euro, dice: «Troccoli  compila i 4 assegni dal mio blocchetto ognuno da 2’500 euro e mi dice che pagavo i primi 2 assegni e i restanti 2 li rinviavamo». Questo aspetto sarà tra i principali nodi da sciogliere per la difesa di Troccoli. Se confermata la versione della presunta vittima buona parte dei documenti in mano agli investigatori sarebbero stati compilati dalle mani di chi incassava assegni o cambiali, ovvero con la propria calligrafia. Sarebbe il segno grafico, tangibile, di un rapporto di fiducia tra la presunta vittima e il suo presunto detrattore oppure la pura e semplice conferma che Edoardo era dentro un meccanismo più grande di lui, in balia di quelle onde che finiranno per travolgerlo?

E’ il 15 febbraio 2004 e – continua il suo racconto – nelle tasche di Edoardo arriva il prestito accordato di 10mila euro (documento 1). Dai documenti raccolti, emerge che il tasso mensile di interesse applicato da Troccoli Domingo è del 7%. Quindi su ognuno dei 4 assegni da 2’500 euro, grava un interesse del 7% pari a 175 euro al mese che moltiplicato per 6 e poi ancora per 6 mesi, diventa di 1’050. Insomma da 2’500 euro le somme da restituire lievitano fino a 3’550 euro. Dalle carte che sono nelle mani di chi indaga emergerebbe anche che in data 5 luglio 2004, Troccoli avrebbe prestato a Edoardo  5’605, 35 euro. Su questa somma si ripete il conteggio, sempre con il tasso del 7% mensile. L’interesse, questa volta, fa 350 euro mensili che per 6 mesi ammonta a circa 2’100 euro (documento 1).
«Grazie al tasso alto di interesse applicato da Troccoli – dichiara Edoardo – il debito cresce a dismisura, mese dopo mese ed io ho dovuto  fare un mutuo per pagare 3 o 4 assegni, ed i restanti 2 o 3 assegni ho continuato a rinviarli in attesa di giorni migliori dal punto di vista economico». Per Edoardo inizia il calvario, è un tritacarne che non conosce via d’uscita, il ciclone infernale dentro il quale ti trovi travolto e che suggerisce soluzioni dagli esiti ancora peggiori rispetto a quelli dai quali vuoi tirarti fuori. Un prestito chiama l’altro ed è un rincorrersi senza soluzione di continuità, tra assegni, cambiali e promesse di pagamento che sfuggono e si rimpallano tra loro. In un solo anno è già nell’occhio del ciclone «per capire meglio la situazione dopo circa 11 mesi dal primo incontro, con precisione nel dicembre 2004  -continua Edoardo – sono arrivato ad avere un debito con Troccoli di circa 70’000 euro».

«Troccoli si appoggiava a Siani» Nell’anno successivo, Edoardo  dichiara che «cominciò a pagare il debito di circa 70’000 euro». «Ho dato a Troccoli 35mila euro – dice – e i restanti 35mila li ho rinviati anche avendoli disponibili nel mio conto, ma servivano a me per il mio lavoro». La sua disavventura si attorciglia ulteriormente come una matassa nella quale il capo del filo è ormai inestricabile: «Una sera Troccoli mi chiama – continua il suo racconto – dicendo che 3 assegni erano in scadenza. Ogni qualvolta mi incontravo con lui, di sera, facevamo un giro in macchina per Palinuro oppure ci incontravamo nelle mie proprietà. Quella sera lui mi dice dei 3 assegni in scadenza e mi rassicura dicendo che avrebbe parlato con Domenico Siani. Spesso e volentieri si appoggiava a questa persona, però io personalmente nella prima parte di questa storia non ho mai avuto niente a che fare con Domenico Siani. Quando ritardavo con il pagamento di uno o più assegni, Troccoli mi chiamava dicendo: ‘non ti preoccupare vieni da me e porta il blocchetto con gli assegni’. Quando mi recavo allo studio di Troccoli, lui compilava tutti i campi presenti sugli assegni e mi faceva solo firmare, infatti se ci fate caso tutti gli assegni portano la stessa calligrafia. Io a Troccoli non avevo dato nessuna garanzia di tipo immobiliare, lui mi prestava i soldi sapendo che possedevo diverse proprietà».

Siamo al 15 agosto del 2005, stando al racconto del testimone e ai documenti raccolti, Troccoli presterebbe a Edoardo 20mila euro in contanti e in data 1 maggio 2006  ancora  un altro prestito, in contanti, questa volta di 10mila euro.  Da quel 15 febbraio del 2004  al primo maggio del 2006 il conto totale, secondo quanto ricostruito in una perizia di parte è di 45.605,35 euro . Il tasso di interessi applicato su base annua risulterebbe di circa l’84%, di gran lunga superiore alla soglia antiusura che nell’anno 2005 era del 14,73% in base ai tassi di soglia applicati dalle banche o finanziarie per i finanziamenti a rimborso rateale applicati alle famiglie (documento 1).

Ecco il tasso applicato Dal materiale preso in esame e da quanto emerge dalle relazioni dei consulenti della presunta vittima, Edoardo avrebbe restituito a Domingo Troccoli, dall’anno 2004 fino ai primi mesi del 2008, 301’988,50 euro . Insomma da circa 45mila euro a 300mila euro, pressapoco. E si legge ancora dagli incartamenti che «Troccoli pretende la restituzione di altri 45’300 euro come quota finale» (documento 4). Il tasso di interessi calcolato risulta dell’84%, ma solo se si esclude la quota di capitalizzazione. Se invece la si considera allora l’importo degli interessi monta ulteriormente fino a toccare il tetto del 120% annuo. Secondo quanto emerge dalle carte, gli assegni sarebbero stati incassati oltre che da Domingo Troccoli, anche da Vincenzo Siani e dai familiari di Troccoli: la sorella Luisa e il cognato Principio Riccio (documento 2 e 3). Edoardo conclude l’intervista svelando quello che definisce un «trucco» che sarebbe stato «spesso usato da Troccoli»: «Io dopo ogni estate saldavo una parte del debito grazie agli incassi estivi della mia struttura turistica, ma Troccoli era molto furbo, nascondeva spesso degli assegni, facendo passare il tempo cosicchè il mio debito aumentasse sempre di più».

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