Comuni senza soldi e sindaci generosi, ecco in Cilento e Vallo di Diano chi rinuncia agli stipendi

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Comuni senza soldi e sindaci generosi, ecco in Cilento e Vallo di Diano chi rinuncia agli stipendi

Sindaci a tempo pieno e a volte anche a costo zero. Costretti dalle casse comunali ridotte all’osso, sono diversi i primi cittadini e gli amministratori che hanno deciso di tagliare le indennità per venire incontro alle esigenze dei cittadini. Sindaci volontari e generosi, e anche il Cilento e Vallo di Diano ha i suoi esempi. Nel 2012, come per il 2011, il sindaco di Castellabate, Costabile Spinelli, ha rinunciato a 8.366,58, ossia la somma spettante per il suo incarico per i mesi di giugno-dicembre 2012. Soldi che, tolti alle tasche del primo cittadino, sono stati utilizzati per l’acquisto di arredi per le scuole materne, elementari e medie del comune di Benvenuti a Sud. Nel 2013 è il primo cittadino di Montesano sulla Marcellana, Donato Fiore Volentini, a tagliarsi lo stipendio in forma di protesta contro la società Terna che voleva realizzare una sottostazione elettrica in pieno centro abitato nella frazione di Montesano Scalo: 4mila euro usati per sostenere economicamente tutte le attività legate alla battaglia che l’intera cittadina ha portato avanti. Il sindaco di Sassano Tommaso Pellegrino e tutti gli assessori dell’amministrazione comunale hanno rinunciato allo stipendio da gennaio 2012. Stipendi pubblici depositati nella cassa risparmi del Comune e utilizzati per la manutenzione delle strade, evitare aumenti alle tasse e abbattere le barriere architettoniche. Un salvadanaio che continua a crescere. Datata maggio 2014, all’indomani della vittoria delle elezioni, la rinuncia all’indennità della giunta di Ascea. Tutti gli assessori, vicesindaco e sindaco Pietro D’Angiolillo, non percepiranno lo stipendio per il primo anno di mandato, e dal secondo percepiranno solo il 50 per cento della quota prevista. Un segnale importante arriva anche dalla nuova amministrazione comunale di Sala Consilina. In tempi di crisi e di tagli il sindaco, Francesco Cavallone, e la sua giunta, ha deciso di dimezzarsi lo stipendio del 50 per cento in favore della costituzione di un fondo che servirà a non gravare ulteriormente nelle tasche dei cittadini, risparmiando così circa 30mila euro. Dei giorni scorsi la notizia che anche il sindaco di Novi Velia, Maria Ricchiuti, ha deciso di destinare la somma complessiva di 6.312,15 euro a titolo di indennità di fine mandato per l’acquisto di nuove giostre per bambini. A Rodio, frazione di Pisciotta, il sindaco Ettore Liguori non ci ha pensato due volte: l’intera indennità per l’annualità 2015 in cambio del superamento degli ostacoli architettonici, progetto che nell’immediato darà sollievo a Marco Feola, un 30enne disabile costretto a non poter uscire di casa per la presenza di scalini e ostacoli nel centro storico. Nella maggior parte dei casi si tratta di centri di piccole e medie dimensioni e le indennità su cui possono contare i sindaci non superano lo stipendio di un impiegato. Nella lista dei sindaci generosi, ci sono anche gli amministratori di Morigerati, Sapri, Perito, Pollica, Montecorice e Castelnuovo Cilento. E chissà che presto qualcun altro non segua il loro esempio. Ma probabilemte il primato di essere stata la prima amministrazione a rinunciare alle retribuzioni è Tortorella, che almeno dal 2001 non riceve indennità. E chissà che qualche altro sindaco non segua l’esempio.

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