Caso Jacopo De Martino: l’anestesista impugna la sentenza di condanna

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Caso Jacopo De Martino: l’anestesista impugna la sentenza di condanna

È lungo 36 pagine l’appello presentato dai legali dell’anestesista Corrado De Martino alla Corte d’Appello di Salerno contro la sentenza di condanna per omicidio colposo per la morte di Jacopo De Martino (in foto), 14enne di Marina di Camerota morto nel 2010 dopo una serie di interventi chirurgici. Il medico anestesista era stato condannato ad otto mesi di reclusione più provvisionale dal giudice Fabio Lombardo del tribunale di Vallo della Lucania, che aveva invece assolto il primario dell’Ortopedia del San Luca Nicola Capuano, difeso dall’avvocato Franco Maldonato, e la cardiologa Caterina Cobellis, difesa dall’avvocato Mario Carrato.

De Martino, difeso nel processo dagli avvocati Maurizio Capozzo e Ciro De Il dr. De Martino era stato invece condannato a otto mesi di reclusione, più provvisionale (con risarcimento di 200mila euro per genitori e sorellina). I legali dunque hanno impugnato la sentenza di condanna emessa dal tribunale di Vallo della Lucania, con la quale veniva condannato a 8 mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni in favore delle parti civili. Per gli avvocati il giudice ha condannato l’anestesista «senza però motivare la scelta» e «ignorando gli elementi la cui valutazione avrebbe imposto di escludere la colpa professionale anche del Di Martino».

Secondo la ricostruzione accusatoria «il medico anestesista avrebbe provocato la morte del giovane paziente (sottoposto ad intervento di ricostruzione del condilo femorale mediale mediante iniezione di cellule totipotenti) con condotte negligenti e imprudenti tenute  in sede di preoperazione». Per il giudice , il medico avrebbe dovuto approfondire gli esiti forniti dai referti di due esami diagnostici eseguiti prima dell’operazione sul paziente, ossia la radiografia del torace e l’elettrocardiogramma. Il riferimento è alla miocardite di cui è risultato essere affetto il giovane, una patologia «però – si legge nella proposta di appello – è difficilmente accertabile» ed è «riconosciuta spesso solo in sede autoptica».  

I legali precisano che «il paziente era perfettamente conosciuto dall’anestesista che lo aveva avuto in cura nel corso dei precedenti ricoveri». «L’esame obiettivo effettuato – scrivono – non restituiva segnali di alterazione della situazione complessiva di base, perfettamente normale, in più si trattava di un paziente sottoposto ad almeno due interventi chirurgici in regime di anestesia generale, senza che si fosse registrato alcun tipo di problema». Per il tribunale, però, l’anestesista «avrebbe trascurato i segnali d’allarme che risultavano dai referti delle indagini strumentali da lui non visionati o comunque, laddove esaminati prima dell’intervento, valutati erroneamente». Accusa che i legali non condividono sottolineando «la cattiva qualità dell’immagine frutto della non corretta esecuzione della radiografia al torace».

Quello che chiedono ora gli avvocati del medico è di rinnovare l’istruttoria attraverso la nomina di un nuovo perito, di revocare o sospendere il pagamento della provvisionale e assolvere il medico con formula piena.

Il 14enne di Marina di Camerota è morto il 10 febbraio del 2010 dopo una serie di interventi chirurgici a cui fu sottoposto dopo un incidente stradale avvenuto nel 2009. Dopo mesi di ospedale e camera iperbarica – secondo i consulenti del pm della prima ora – il 14enne è morto per una trombo-embolia polmonare dopo l’intervento chirurgico, ma – per il collegio di consulenti nominati successivamente – per una pluralità di patologie su base cardiologica che, sempre secondo i consulenti, non erano emerse nel corso dei precedenti interventi ma insorte nei giorni precedenti al fatale intervento, anche in seguito ad una infezione colibatterica.  La famiglia di Jacopo è rappresentata dall’avvocato Marco Colucci. Il processo di primo grado si è concluso lo scorso novembre con la sentenza di assoluzione del primario e della cardiologa e la condanna a 8 mesi per il medico anestesista. 

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