Palinuro, dal mare spunta il nocchiero di Enea scolpito nella roccia

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Palinuro, dal mare spunta il nocchiero di Enea scolpito nella roccia

Il mare di Palinuro restituisce l’immagine del nocchiero di Enea scolpito nella roccia. Ritrovato nell’agosto 1993, in località Saline da un turista napoletano, Filippo Chiaparro, nei pressi dell’ex Club Med, in questi giorni torna alla luce, ridestando l’interesse della cittadinanza palinurese. Il turista avvisò il proprietario del vicino camping che, a sua volta informò l’allora rappresentante di Legambiente, Antonio Fedullo, il quale comunicò la notizia del ritrovamento alla Sopraintendeza di Salerno e alla Capitaneria di porto di Palinuro. Da qui una serie di indagini e ricerche furono effettuate per arrivare ad una prima ipotesi. Il sopralluogo fu effettuato dalla direttrice degli scavi di Velia, Rosanna Maffettone, che stabilì che il bassorilievonon avesse più di un secolo, smentendo le voci che attribuivano all’opera date attorno al V sec a.C.

La scultura fu denominata ‘Palinuro dormiente’, misura circa 40 centimetri e, come fu scritto nei giornali dell’epoca, ancora oggi non si è a conoscenza dell’autore. Rappresenta una figura maschile, dolcemente agiata, in posizione di dormiveglia, curata nei minimi dettagli, frutto di un lavoro minuzioso, realizzato da una mano esperta e attenta. Il corpo disteso, plasmato in modo elegante ed armonioso, poggiato con delicatezza sulla scogliera, è tipica di un atleta dell’età classica. Un’ipotesi, ne attribuisce la paternità ad uno dei maestri scalpellini che lavoravano in quelle zone, dallequali ricavavano ruote per la frantumazione delle olive dalla roccia arenaria. La sezione della Legammbiente chiese un vincolo archeologico sull’area, per proteggere l’opera dall’eventuale azione di vandali.

L’amministrazione di allora voleva asportare la scultura, per esporla nell’Antiquarium, museo situato nel centro del paese, giustificando l’azione asserendo che l’opera risalisse a cinque anni prima senza averne alcuna prova scentifica. Ma Legambiente nel 1993 si oppone all’esportazione della scultura e si ad «eventuali giudizi affrettati e sommari». Tutto questo accadeva nell’estate del ’93, dopo di che l’interesse per la scultura è andato scemando. Per questioni naturali, legate alle maree, il bassorilievo compare e scompare. Questo andirivieni lo caratterizza in modo particolare: se da una parte vi è l’originalità dell’opera, dall’altra vi è la riservatezzadell’opera stessa, le due facce della stessa medaglia. 

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