Pedofilia: il gioco del lupo cattivo di suor Soledad. Cosa accadde realmente? (parte I)

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Pedofilia: il gioco del lupo cattivo di suor Soledad. Cosa accadde realmente? (parte I)

Otto anni di reclusione per suor Soledad: è questa la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Vallo della Lucania per atti sessuali compiuti su circa 30 bambini dell’istituto religioso Santa Teresa di Vallo. La sentenza è il frutto di un lungo iter processuale che ha visto sottoposti a lunghe perizie circa 200 testimoni.

Chi è Suor Soledad? Giunta nel 2001 in Italia dal Sudamerica, Soledad, all’anagrafe Carmen Soledad Bazan Verde, è una giovane novizia 23enne peruviana che aspirava ad entrare nell’ordine di Santa Teresa del Bambin Gesù e, nello stesso tempo, faceva la maestra in un asilo gestito dalla sua congregazione a Vallo della Lucania.

L’accusa. 17 giugno 2006 Soledad viene arrestata a Roma per evitare una sua fuga all’estero. La vicenda ha inizio alcuni mesi prima quando la madre di una piccola di 4 anni che frequenta l’asilo gestito dalle suore di Santa Teresa di Vallo, insospettita dagli strani comportamenti della bambina, denuncia possibili abusi sessuali. Rita Del Gaudio, madre di una piccola dell’istituto di Vallo, alle telecamere di Mattino Cinque, racconta: “M’ero accorta, già prima che mia figlia ci raccontasse, che c’era qualche problema. Aveva gli incubi, mi aggrediva, urlava senza motivo, non mangiava più. Diventava frenetica quando le chiedevamo dell’asilo, una volta voleva sbattere la testa contro il muro”.
Scattano le indagini nell’istituto e il 21 giugno il giudice decide di interrogare la suora nel corso di indagini preliminari. Vengono sentiti poi, in sede di incidente probatorio, i bambini e per evitare un trauma il tribunale viene trasformato in asilo.

Il gioco del lupo cattivo. La prima: «Suor Soledad ci portava al bagno dove ci faceva giocare al lupo. Una volta mi ha anche fatto male il mio ditino. Il gioco del lupo non mi piaceva perché era brutto. Non voglio raccontare cosa mi faceva. Se suor Soledad torna a scuola io non ci voglio più andare.» La seconda: «Suor Soledad è cattiva e dà botte ai bambini. Li picchia sul… Ci accompagna in bagno e mi tocca…con il dito (la bambina, scrivono i consulenti nel verbale, fa segno con la mano destra passandosi la mano sulle parti intime). Poi ci fa giocare al lupo mangia frutta che ci mangia.» La terza: «Vado all’asilo. La mia suora si chiama Agnese. Poi c’è anche suor Soledad che è molto cattiva. Lei mi faceva fare un gioco molto brutto perchè mi toccava e mi faceva il solletichino (la bambina fa il segno con la mano sinistra passandosela sulle parti intime). Suor Soledad ci faceva fare anche il gioco del lupo e mi diceva che doveva essere un segreto.». La quarta: «Vado all’asilo da suor Agnese. Poi c’è anche suor Soledad che mi accompagna in bagno per fare la pipì. Lei quando andiamo al bagno mi fa male… (il bambino utilizzando una bambola fa vedere che infila il dito indice e passa la mano sui genitali). Lei mi faceva fare un gioco molto brutto che chiamata il gioco del mostro-femmina che consisteva nel nascondersi e quando lo trovavo mi faceva scappare nel salone delle feste o nel bagno da solo. Nel salone delle feste o nel bagno, quando eravamo da soli, mi toccava… Suor Agnese, invece, è brava e non mi fa mai male.»

L’inchiesta. Il 13 ottobre scatta un nuovo filone teso ad appurare il coinvolgimento di alcune persone “della Vallo bene” in un giro pedopornografico. A questo punto il pm, Alfredo Greco, ordina il blitz: sette indagati, un appartamento sequestrato in via Varducci – poco distante dall’asilo- e irruzione in uno dei più noti studi fotografici di Vallo.
Il sospetto è un giro di pedofilia che gravita intorno alla suora con tanto di filmati e foto messi su dvd e finiti nello studio del noto fotografo. L’inchiesta riguarda la suora peruviana, due suore indagate per favoreggiamento e due uomini: un fotografo e un muratore.

Il processo. L’avvio del processo a carico di Soledad è fissato per il 15 ottobre 2009, mentre per gli altri 4 si dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dal gip Nicola Marrone. Arriva la decisione del gup sulla sorte dei quattro indagati del secondo filone: il giudice ha accolto la decisione del pm Francesco Rotondo rinviando a giudizio il fotografo A.R. e il muratore A.L.B. I due uomini sarebbero accusati di abusi sessuali mentre le due suore dovranno rispondere di favoreggiamento: avrebbero ostacolato le indagini sulla suora peruviana. La sentenza slitta al 25 marzo ed è rinviato sempre a marzo anche il procedimento sul secondo filone. Il 21 aprile riparte il processo: i due originari filoni diventano un unico procedimento. A questo punto, sfilano i primi testimoni: saranno sentiti dinanzi al giudice, ora Elisabetta Garzo, i tre carabinieri impegnati nella fase delle indagini preliminari. Si preannuncia un processo lungo e complesso considerando il gran numero di testimoni e periti che dovranno contribuire a chiarire l’accaduto. Nuova udienza il 22 aprile durata quasi tre ore e a porte chiuse: ascoltato il maresciallo Manzolillo, impegnato nella fase iniziale delle indagini. Manzolillo fornisce elementi significativi rispetto ai sopralluoghi effettuati nell’abitazione del muratore sessantenne. Ogni giovedì vengono ascoltati, nell’aula del tribunale di Vallo della Lucania, numerosi testimoni, e tra questi sarà interrogato il noto criminologo e consulente della difesa Francesco Bruno il quale incentra la sua difesa su un’ipotesi di “psicosi collettiva” o “condizionamento di gruppo”.

La sentenza di primo grado. Emessa la sentenza di primo grado ai danni di Carmen Soledad Bazan Verde: 8 anni di reclusione per la suora peruviana e sedici mesi per le due suore, suor Romana e suor Agnese, per favoreggiamento. Assolto in formula dubitativa il muratore mentre assoluzione piena per il fotografo. Su 21 persone costituitesi parte civile solo a 10 è stato riconosciuto il risarcimento danni con una provvisionale di 10.000 euro per quanto riguarda le spese legali.

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