Cinghiali radioattivi nel Cilento? La risposta ai ricercatori dell’università Federico II di Napoli

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Cinghiali radioattivi nel Cilento? La risposta ai ricercatori dell’università Federico II di Napoli

Controlli potenziati, ma senza allarmismi, dopo l’annuncio del ritrovamento di cinghiali contaminati con valori dieci volte superiori i limiti della sostanza radioattiva «cesio 137» esploso in alta Valsesia. I controlli fatti sull’area interessata si sono poi estesi anche ai territori confinanti.

Un’indagine a campione sui cinghiali salernitani e cilentani per scoprire se sono anch’essi radioattivi sarà svolta dall’Università Federico II di Napoli per conto dagli Ambiti Territoriali di Caccia della Provincia di Salerno.

A effettuare la ricerca sui cinghiali del salernitano saranno il professore Domenico Fulgione del dipartimento di Biologia e il professore Vincenzo Roca di Fisica. «Si tratta di un importante segnale di attenzione verso i cacciatori, e dei cittadini in genere, –  spiega Guglielmo Storti, presidente dell’Atc 1 – che ci consentirà di capire se sul nostro territorio sono presenti sostanze che possono minacciare la salute».

Dello stesso avviso il collega Armando Liguori, numero uno dell’Atc aree contigue al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. «Vogliamo sgombrare il campo da ogni paura. – precisa Liguori – Questo studio rappresenta un’occasione importante per accrescere le conoscenze sulle risorse faunistiche del nostro territorio. E, in futuro, l’indagine potrà essere estesa anche ad altre specie». Il principale referente del progetto sarà il professore Fulgione, fino a pochi mesi fa responsabile del piano cinghiali nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

«Questa è una  nuova sfida, – precisa il professore – ossia capire se i nostri cinghiali possono rappresentare degli organismi sentinella riguardo il degrado ambientale, le contaminazioni in genere e le possibili conseguenze sulla salute umana. Va sottolineata anche la sensibilità di due organi territoriali come le ATC – conclude Fulgione – che hanno immediatamente capito l’importanza di dare una risposta alle popolazioni e di arginare eventuali psicosi che potessero diffondersi incontrollate. Viviamo un momento di grandi trasformazioni, a tutti i livelli, per cui dare certezze significa anche guidare il cambiamento con passo sicuro». I primi risultati arriveranno nel giro di un mese.

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