Giornata mondiale della Terra, è allarme caos climatico. Ortolani: «Governatori blocchino permessi di ricerca petrolio nel Vallo di Diano»

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Giornata mondiale della Terra, è allarme caos climatico. Ortolani: «Governatori blocchino permessi di ricerca petrolio nel Vallo di Diano»

«Tutti per vivere, oggi e domani, abbiamo bisogno di un suolo produttivo e stabile, di acqua e aria non inquinata. Non fa male ricordare che l’inquinamento non ci deve essere perché è come una spietata “livella” che colpisce ovunque, ricchi e poveri, uomini liberi e servitori, speculatori e parassiti, uomini pii e uomini ladri». Franco Ortolani, geologo e docente alla Federico II, rilancia l’allarme sulla ricerca del petrolio nel Vallo di Diano.

La responsabilità di chi governa «Tutti noi dobbiamo comportarci sempre, sia nella nostra casa che al di fuori, in modo da non arrecare danno ai beni comuni suolo, acqua, aria e agli organismi viventi (animali e vegetali). Ognuno può evitare e limitare i danni alla terra. Responsabilità maggiori sono concentrate nei cittadini che hanno responsabilità in Pubbliche Istituzioni. La Regione promuove ogni iniziativa per favorire (Articolo 9, Finalità e obiettivi, comma v): la tutela dell’ambiente, la tutela del territorio e la valorizzazione della sua vocazione, la tutela delle risorse naturali e la valorizzazione del patrimonio rurale nel rispetto della Costituzione, dei principi comunitari e dell’ordinamento internazionale, l’affermazione del principio della difesa e del rispetto della vita delle piante; comma w) la tutela degli ecosistemi e della biodiversità e la conservazione di particolari emergenze naturalistiche ed ambientali.
I primi difensori dei cittadini e del territorio sono i rappresentanti dei cittadini eletti negli Enti Locali i quali devono battersi con tutti i mezzi istituzionali anche contro leggi dello stato inadeguate e approssimate che possano danneggiare le risorse naturali di importanza strategica per l’assetto socio-economico regionale. E se i rappresentanti dei cittadini eletti sono distratti, spetta ai cittadini richiamarli energicamente all’ordine».

La lettera di Ortolani ai governatori di Campania e Basilicata «A questo punto – scrive il docente – è utile ricordare la lettera aperta che il 13 aprile 2013 ho inviato ai Governatori di Basilicata e Campania in relazione alle problematiche connesse al permesso di ricerca di idrocarburi “Tardiano” sul confine tra Basilicata e Campania. I governatori delle due regioni confinanti sapranno che sull’ultimo Bollettino degli Idrocarburi e delle Georisorse del 31 Marzo 2013 si fa riferimento all’istanza di permesso di ricerca di idrocarburi avanzata dall’Appennine Energy, denominata “Tardiano”, estesa su 212,4 Kmq situata per 140,18 Kmq in Basilicata e per 72,22 Kmq in Campania, in continuità geografica delle istanze dei permessi di ricerca “Monte Cavallo” della Shell e della Concessione Eni/Shell “Val d’Agri”. Essa riguarda 10 comuni (8 in Basilicata e 2 in Campania): Grumento Nova, Lagonegro, Moliterno, Sarconi, Tramutola, Castelsaraceno, Spinoso, Lauria, Casalbuono, Montesano sulla Marcellana. L’istanza è stata presentata al Ministero dello Sviluppo Economico il 28 febbraio 2013 e dovrà ora essere esaminata dal CIRM per proseguire il suo iter successivo presso le Regioni Basilicata e Campania. Le due Regioni si troveranno a doversi pronunciare sulla nuova istanza di permesso di ricerca che interessa un territorio con le medesime caratteristiche: costituisce il cuore dei serbatoi idrogeologici di importanza eccezionale e nazionale che interessano il Vallo di Diano e l’alta val d’Agri in un’area caratterizzata dalla presenza di vari bacini chiusi endoreici dove l’acqua di ruscellamento viene assorbita in alcuni inghiottitoi, apertisi nelle rocce calcaree, che fanno defluire l’acqua per via sotterranea sia verso la Campania che la Basilicata dove si trovano sorgenti di acqua potabile e notevole portata tra cui le acque minerali di Montesano sulla Marcellana. Lo stesso nome del permesso di ricerca richiama il polie (bacino chiuso) di Tardiano che è il nome del grande bacino endoreico che caratterizza la zona di spartiacque, drenato da due inghiottitoi dove si infiltra l’acqua di ruscellamento per andare ad alimentare le falde sotterranee. Le rocce affioranti sono quasi esclusivamente costituite da calcari e dolomie molto fratturate e carsificate che rappresentano l’acquifero che ospita le falde sotterranee. Gli inghiottitoi che drenano il bacino chiuso di Tardiano e Spigno contribuiscono all’alimentazione, rispettivamente, delle sorgenti del Rio Cavolo ubicate nel bacino del fiume Agri e delle sorgenti minerali di Montesano».

Importanza idrogeologica «Complessivamente nell’area del permesso Tardiano vi sono circa 4000 ettari di bacini endoreici, quasi tutti in Campania. L’importanza idrogeologica dell’area in esame è ufficializzata da dati scientifici già pubblicati e relativi al Piano di gestione acque del distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale. Quest’area, inoltre, è interessata da un noto problema: la tettonica attiva sismogenetica con faglie che hanno causato il disastroso sisma del 1857 (X-XI grado MCS). Il permesso Tardiano confina verso nord ovest con il permesso M. Cavallo che comprende lo spartiacque tra le due Regioni lungo la dorsale dei Monti della Maddalena caratterizzati dallo stesso assetto geologico ed idrogeologico del territorio compreso nel permesso Tardiano con vari e vasti bacini chiusi drenati da inghiottitoi come Mandrano e Mandranello. I dati scientifici ufficiali evidenziano che le rocce serbatoio carbonati che affiorano nei bacini dell’Agri e del Vallo d Diano alimentano circa 8000 litri al secondo di acqua potabile. Nella val d’Agri vi è il bacino artificiale del Pertusillo (circa 160 milioni di metri cubi) ed il bacino di Marsico Nuovo (circa 10 milioni di metri cubi). A valle del Vallo di Diano si trova la traversa di Persano dalla quale si prelevano ogni anno 250 milioni di metri cubi per l’irrigazione della Piana del Sele.
Si tratta di un patrimonio idrico di insostituibile importanza per l’assetto socio-economico delle due regioni e della Puglia: è un patrimonio di importanza nazionale che, nel periodo attuale di cambiamento climatico, deve essere assolutamente tutelato dall’inquinamento che, è noto, può derivare dalle attività petrolifere ubicate in territori sensibili come quelli caratterizzati dall’affioramento di rocce molto permeabili e dalla presenza di ingenti volumi di acque potabili sotterrane e di acque superficiali comunque usate per la potabilizzazione e l’irrigazione. E si deve sempre ricordare che si tratta di un territorio interregionale che è già stato accomunato dal disastroso terremoto del 1857.
Mi permetto di sottolineare che i dati scientifici ufficiali devono essere considerati come escludenti per qualsiasi attività petrolifera nel territorio compreso tra il permesso Tardiano e Monte Cavallo. I
In un ambiente geologico delicato e ricco di acqua pregiata come quello dei citati permessi vi è una assoluta incompatibilità tra attività petrolifere e conservazione della risorsa idrica di importanza strategica nazionale».

Le ipotesi «Sono convinto che l’unica risposta che le regioni interessate dai permessi possono responsabilmente concedere è negare il consenso ad eseguire attività di ricerca petrolifera in quanto un pozzo sia pure esplorativo non potrà mai essere eseguito. Del resto il Governatore De Filippo recentemente in un convegno a Calitri ha dichiarato: basta petrolio al Sud. «Il piano di Passera va fermato». Cancellare la strategia energetica nazionale dei Passera e degli Scajola, aggiornandola con un piano che sappia garantire il fabbisogno del Paese in maniera sostenibile, sia sotto il profilo ecologico che finanziario. “Non si può continuare a spremere dal Sud petrolio a prescindere dal parere di chi ci vive e senza dare nulla in cambio”. Sia ben chiaro che in relazione ai permessi Tardiano e Monte Cavallo, non si può ammettere che qualcosa sia dato in cambio del parere favorevole alle attività petrolifere! Non si possono assolutamente eseguire! D’accordo con De Filippo si può sostenere che le compagnie petrolifere devono rispettare territorio e popolazione, comprendendo che il futuro è nel lavoro, nella conservazione anche per le generazioni future delle risorse idriche di importanza socio-economica strategica e non nello sfruttamento intensivo (estrazione di idrocarburi e reimmissione ad elevata pressione di fluidi nel sottosuolo) e a tutti i costi del sottosuolo per di più interessato da faglie attive sismogenetiche.
Naturalmente sono disponibili tutti i dati scientifici che comprovano quanto asserito circa le caratteristiche idrogeologiche e sismiche. Sono convinto che l’unica risposta che le regioni potranno responsabilmente concedere è negare il permesso ad eseguire qualsiasi attività di ricerca petrolifera nel territorio al confine tra le due Regioni e compreso nei permessi Tardiano e Monte Cavallo. Ecco una buon giorno ed una valida occasione, per i due Governatori, di aderire all’Earth Day bloccando i permessi di ricerca petrolifera che interessino territori con caratteristiche simili a quelle del permesso Tardiano».

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