Ruspe e mezzi pesanti sulle spiagge tra Camerota e Palinuro, Volpe: «Palese strumentalizzazione»

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Ruspe e mezzi pesanti sulle spiagge tra Camerota e Palinuro, Volpe: «Palese strumentalizzazione»

Tracce di mezzi pesanti sulla spiaggia di Palinuro (documentate fotograficamente) e ruspe che lavorano in acqua a Marina di Camerota (documentati fotograficamente) sono finiti sulle pagine di cronaca degli ultimi giorni. Subito dopo la comparse delle immagini e del racconto dei fatti, le ruspe posizionate sulla spiaggia della Calanca a Camerota sono sparite e di notte non si lavora più in acqua. Sul caso è intervenuto il presidente del consorzio Turistico Cilento, l’ingegnere Giuseppe Volpe. Ecco la nota stampa, pubblicata integralmente, inviata da Volpe alla redazione del giornale del Cilento.

In merito agli articoli pubblicati recentemente su quotidiani cartacei ed online che parlavano di “ruspe e mezzi pesanti sulle spiagge tra Camerota e Palinuro”,  il presidente del consorzio Turistico Cilento l’ingegnere Giuseppe Volpe prende una decisa posizione, anche per le sue competenze professionali nello specifico settore. «Parlo prima da professionista esperto della materia, e dico che sulla spiaggia Calanca a Camerota è stato fatto un intervento urgente, sollecitato da tutti gli operatori turistici, a salvaguardia della pubblica incolumità delle persone che già la affollano per le attività balneari. Infatti, è notorio che la spiaggia è da tempo interessata da un fortissimo fenomeno erosivo, che negli anni ha provocato un arretramento della linea di riva di oltre 35m. Negli ultimi mesi  le mareggiate hanno notevolmente eroso l’arenile, lasciando pericolosamente scoperti blocchi di rocce proprio sulla battigia e determinando improvvisi ed irregolari avvallamenti del fondale a breve distanza dalla riva. E’ logico che la morfodinamica della spiaggia Calanca è fortemente condizionata dal fenomeno erosivo in atto, con l’andamento dei fondali soggetto a continue variazioni qualitative (orientamento della batimetriche e scanni) e quantitative (profondità). Ma la spiaggia Calanca è una pocket-beach (spiaggia a tasca), con gran parte dei sedimenti che si trovano ancora sommersi nello specchio acqueo immediatamente antistante l’arenile. L’intervento fatto, tipologicamente inquadrabile nella categoria degli interventi “morbidi e non invasivi”, ha provveduto al ricoprimento dei blocchi rocciosi che pericolosamente fuoriuscivano a riva, ed al parziale livellamento di scanni ed avvallamenti del fondale che improvvisamente si aprivano alle persone che vi si immergevano, senza alterare idrodinamica e morfodinamica della spiaggia. Un intervento, tra l’altro regolarmente autorizzato dagli enti sovracomunali, coerente ed in linea con i dettami tecnici, necessario per eliminare i pericoli incombenti per la attività balneari, e dal carattere quasi “manutentivo” spesso attuato nelle spiagge di molte altre realtà costiere turistiche più evolute della nostra. Si resta basiti e non si capisce quindi, e qui vesto il ruolo di presidente del consorzio Turistico Cilento, come si fa a sollevare un polverone mediatico su una azione fortemente invocata dagli operatori turistici, e necessaria al prosieguo di una stagione già di per sé molto difficile per la nota congiuntura economica generale, che vede soggetti pubblici e privati impegnati nella qualificazione dell’offerta turistica per attrarre flussi sempre maggiori. Nei giorni in cui si annuncia l’attribuzione a Camerota delle 4 vele Legambiente e si candida Baia Infreschi al concorso della spiaggia più bella 2014, lanciare in pasto ai media simili notizie di “presunte verità” provoca solo un grande danno all’immagine turistica di Camerota e del Cilento, non giovando al settore turistico che, qui si vuole solo ricordare e ribadire con forza, è il principale (se non l’unico) generatore di redditi ed occupazione per l’intero territorio e le sue popolazioni. A tal proposito voglio anche stigmatizzare il pensiero comune a molti di considerare gli imprenditori turistici come speculatori, mentre invece io dico che rappresentano l’ultimo baluardo alla desertificazione economica del territorio ed alla conseguente emigrazione della popolazione, meritando quindi grande rispetto da tutti. Il consorzio diffida quindi chiunque in futuro voglia solo “fare notizia” ad ogni costo, dichiarandosi pronto ad assumere ogni iniziativa utile a tutelare gli operatori del settore ma soprattutto l’immagine turistica dell’area, evitando così palesi strumentalizzazioni che giovano solo a qualcuno ma indubbiamente danneggiano la collettività».

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