Mare inquinato nel Cilento, in fuga commercianti e turisti

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Mare inquinato nel Cilento, in fuga commercianti e turisti

«Il mare sporco è diventato un incubo per chi ha scelto di passare le proprie vacanze nella costa cilentana. Il tratto di mare tra Ogliastro Marina di Castellabate e Case del Conte di Montecorice deve fare i conti con l’inquinamento che porta in superficie della melma, ma anche immondizia». Inizia così una lettera di Rino Simeone giunta alla redazione del Giornale del Cilento.

«Le continue denunce dei bagnanti – commenta il lettore – hanno indotto la Guardia Costiera ad effettuare dei prelievi per capire la natura e la provenienza delle sostanze. In un primo momento si era parlato di mucillagine – spiega – ma la presenza di scarti di ogni genere fa pensare alla presenza di numerosi scarichi abusivi. Non sono poche, infatti, nella zona le costruzioni realizzate senza alcuna autorizzazione». Secondo Simeone «il fenomeno sta assumendo aspetti drammatici. A causa del ridotto flusso turistico, dovuto al pessimo stato del mare, a Casa del Conte in breve tempo hanno chiuso tante attività commerciali: un parrucchiere, una pizzeria, il barbiere ed un fruttivendolo».

«In passato – continua nella lettera – la zona era bagnata da un’acqua incontaminata e cristallina, attualmente è raro che si possa entrare in mare senza imbattersi in generi di ogni specie. Negli anni addietro il problema si presentava a fine luglio e per tutto il mese di agosto, invece quest’anno è già da metà giugno che il mare di colore marrone è invaso quasi tutti i giorni da assorbenti, scarti di generi alimentari ed altro. Per fare un bagno decente, i residenti e i vacanzieri devono spostarsi verso Acciaroli e Pioppi con un aggravio di spese».

«Non vi sono attenuati per gli amministratori dei due Comuni interessati – tuona il lettore – Sono anni che i sindaci che si sono succeduti e quelli attualmente in carica, fanno solo promesse, ma il risultato non cambia, la zona è tra le più belle del Cilento, per la tutela ambientale e la conservazione della struttura urbanistica, nella valorizzazione di aree naturalistiche, nella cura dell’arredo urbano e delle spiagge. Pare che da tempo siano disponibili i fondi necessari per la realizzazione di opere sufficienti a risolvere definitivamente il problema dell’inquinamento marino, ma al momento di progetti ed inizio lavori neanche l’ombra. È un vero scempio – conclude Rino Simeone –  alcuni giorni sembra di stare a Licola mare in provincia di Napoli, in prossimità della foce del depuratore di Cuma. Attualmente i vacanzieri preferiscono altre località con gravi conseguenze per l’economia locale».

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