Terremoto 1980, famiglie ancora in difficoltà nella provincia di Salerno: «Situazione insostenibile»

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Terremoto 1980, famiglie ancora in difficoltà nella provincia di Salerno: «Situazione insostenibile»

A distanza di 32 anni dal terremoto del 1980 che coinvolse l’Irpinia, la provincia di Salerno e i paesi a confine tra Basilicata e Campania, la situazione  per molte famiglie della provincia salernitana risulta ancora difficile.

Oltre 160 famiglie a Cava de’ Tirreni vivono in prefabbricati in condizioni particolari, con pannelli che cadono a pezzi, umidità,  infissi instabili e che non mantengono più le intemperie oltre a infiltrazioni d’acqua continue. Se si conta che circa il 90% ha problemi di salute e il restante vive con difficoltà respiratorie per la presenza di amianto, «la situazione risulta davvero insostenibile».

I fatti Trentadue anni fa la terra ha tremato in Irpinia, Campania e Basilicata per oltre 90 secondi provocando la distruzione di interi paesi e la morte di 2.914. Ma non solo: 280mila gli sfollati e 8.848 i feriti. Le conseguenze della scossa di 6.8 gradi di magnitudo sono ancora forti perché alcuni paesi si sono spopolati del tutto, Roscigno per esempio, e in molti altri la ricostruzione non è stata del tutto completata.

Secondo alcune stime ufficiali, per il terremoto e la ricostruzione lo Stato aveva stanziato oltre 50mila miliardi in lire fino al 1991, 32 miliardi in euro fino al 2008. Le leggi finanziarie continuano a prevedere contributi per la ricostruzione ma 32 anni dopo la situzione appare precaria ancora per moltissime persone.

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Trent’anni fa la terra ha tremato in Irpinia provocando la distruzione di interi paesi e morte. Fu un “11 settembre” per il Sud Italia, morirono 2.914 persone – un numero quasi pari agli attentati terroristici alle Torri Gemelle a New York – ma ci furono anche 280.000 sfollati e 8.848 feriti. Le conseguenze del sisma ancora si fanno sentire perché alcuni paesi si sono spopolati del tutto e perché la ricostruzione non è stata del tutto completata.

Leggi: Commemorazioni – Il terremoto del 23 novembre 1980 http://www.cilentonotizie.it/dettaglio/?ID=6261#ixzz2D2UlEY4e

Trent’anni fa la terra ha tremato in Irpinia provocando la distruzione di interi paesi e morte. Fu un “11 settembre” per il Sud Italia, morirono 2.914 persone – un numero quasi pari agli attentati terroristici alle Torri Gemelle a New York – ma ci furono anche 280.000 sfollati e 8.848 feriti. Le conseguenze del sisma ancora si fanno sentire perché alcuni paesi si sono spopolati del tutto e perché la ricostruzione non è stata del tutto completata.

Martedì la Campania e la Basilicata ricordano quel giorno tragico con manifestazioni nei centri colpiti, il cosiddetto “cratere”. Erano le 19.35 del 23 novembre 1980. Una scossa di magnitudo 6.8 scala Richter, con epicentro nei Comuni irpini di Teora, Castelnuovo e Conza della Campania, fece tremare tutto il Sud Italia. Dopo circa 40 secondi, seguì una replica, di magnitudo 5, che contribuì ad una maggiore durata delle oscillazioni ed a conseguenze ed effetti più catastrofici.

Novanta secondi in tutto. Furono colpite le province di Avellino, Salerno e Potenza, su un territorio prevalentemente montano, il che comportò fenomeni franosi a ripetizione e nello stesso tempo complicò i soccorsi. Interi paesi vennero giù. Si mobilitò l’Italia intera per i soccorsi, partì una gara di solidarietà che permise di salvare molte vite tra i feriti ed i dispersi nonostante la pioggia e addirittura la neve.

Leggi: Commemorazioni – Il terremoto del 23 novembre 1980 http://www.cilentonotizie.it/dettaglio/?ID=6261#ixzz2D2UYpUTx

Trent’anni fa la terra ha tremato in Irpinia provocando la distruzione di interi paesi e morte. Fu un “11 settembre” per il Sud Italia, morirono 2.914 persone – un numero quasi pari agli attentati terroristici alle Torri Gemelle a New York – ma ci furono anche 280.000 sfollati e 8.848 feriti. Le conseguenze del sisma ancora si fanno sentire perché alcuni paesi si sono spopolati del tutto e perché la ricostruzione non è stata del tutto completata.

Martedì la Campania e la Basilicata ricordano quel giorno tragico con manifestazioni nei centri colpiti, il cosiddetto “cratere”. Erano le 19.35 del 23 novembre 1980. Una scossa di magnitudo 6.8 scala Richter, con epicentro nei Comuni irpini di Teora, Castelnuovo e Conza della Campania, fece tremare tutto il Sud Italia. Dopo circa 40 secondi, seguì una replica, di magnitudo 5, che contribuì ad una maggiore durata delle oscillazioni ed a conseguenze ed effetti più catastrofici.

Novanta secondi in tutto. Furono colpite le province di Avellino, Salerno e Potenza, su un territorio prevalentemente montano, il che comportò fenomeni franosi a ripetizione e nello stesso tempo complicò i soccorsi. Interi paesi vennero giù. Si mobilitò l’Italia intera per i soccorsi, partì una gara di solidarietà che permise di salvare molte vite tra i feriti ed i dispersi nonostante la pioggia e addirittura la neve.

Leggi: Commemorazioni – Il terremoto del 23 novembre 1980 http://www.cilentonotizie.it/dettaglio/?ID=6261#ixzz2D2UYpUTx

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