Castellabate, vittima e carnefice: vita, famiglia e lavoro. Tutti i particolari del caso Niglio – Rahi

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Castellabate, vittima e carnefice: vita, famiglia e lavoro. Tutti i particolari del caso Niglio – Rahi

Erano entrambi pescatori, viveano di mare sia la vittima, Giuseppe Niglio, sia il suo giusitiziere Mokhtar Rahi. La pesca era il loro mestiere, la loro passione e soprattutto ciò che permetteva di guadagnare ad entrambi. Si conoscevano da anni, si conoscevano perchè praticavano lo stesso ambiente. Lavoravano fianco a fianco sullo stesso porto cilentano.

La vittima Sfortunata la storia di Giuseppe, per tutti in paese Alfredo, che negli anni passati aveva visto morire due mogli. Oggi, 24 maggio, per lui sarebbe stata una giornata speciale. Per Giuseppe e per la propria famiglia doveva essere un giorno di festa. Si sarebbe dovuto sposare il terzogenito 28enne, Alfredo. La Santa Messa era in programma a Rutino, mentre il ricevimento era stato organizzato da tempo a Paestum. La vittima aveva il proprio vestito pronto, «era molto felice – raccontano in paese – per lui questo giorno era molto importante». Le lacrime sono passate da una guancia all’altra, da un sentimento a quello opposto: oggi è il figlio Alfredo a piangere il padre per dolore, non doveva essere così. Giuseppe era padre di altri due figli, un maschio ed una femmina, Gianluca e Francesca. Giuseppe è scomparso lo stesso giorno del cognato, Martuscelli, «morto di vecchiaia», riferiscono i conoscenti.

Il carnefice La storia di Mokhtar Riahi è diversa, ma comunque segnata dal sacrificio. Il 53enne tunisino che ha ucciso con 8 fendenti Niglio, viveva nel Cilento da tantissimi anni. Prima a Giungatelle comune di Montecorice, poi si era trasferito a Buonanotte nel comune di Castellabate. Anche lui come Niglio amava il mare, anche lui come la sua vittima viveva di mare. Per arrotondare era solito effettuare lavori di pulizia e giardinaggio. Una famiglia simile alla precedente, anche lui sposato con tre figli, qui però due femmine ed un maschio. Mokhtar Riahi non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Suo figlio quest’anno, da poco maggiorenne, aveva deciso anche di scendere in politica candidandosi alle elezioni amministrative del comune di Montecorice.

La gente Una folla incredula di cittadini si è riversata in paese occupando il piazzale che precede l’ingresso della caserma dei carabinieri. Il paese di ‘Benvenuti al sud’ è sotto choc. Tante le persone anche dai paesini limitrofi, curiosi di osservare il luogo del delitto. «Tutti e due erano bravi cittadini-commentano le persone accorse-non avevo mai sentito parlare male di loro in paese». Resta il dolore e lo sconcerto, restano le affermazioni di chi conosceva entrambi i pescatori:«Persone dal cuore d’oro».

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