Lasciati a casa mentre brucia l’intera provincia di Salerno. I forestali:«Ci sono vari interessi dietro la mano di chi appicca il fuoco»

| di
Lasciati a casa mentre brucia l’intera provincia di Salerno. I forestali:«Ci sono vari interessi dietro la mano di chi appicca il fuoco»

Premiati e lasciati a casa. C’è anche questa storia da raccontare nell’infinita vicenda degli operai idraulico-forestali. Michele Mattia di Battipaglia e Andrea Proto di Minori, sono due dei quattordici operai a tempo determinato che fino allo scorso anno hanno lavorato con la Provincia di Salerno nelle campagne di antincendio boschivo. Nel 2010, Antonio e Michele parteciparono alle operazioni di soccorso durante l’alluvione del Sele. «Restammo lì per quattro giorni – ricordano – poi ci diedero anche l’attestato di riconoscimento». E poi il benservito. Con l’arrivo del 2012, però, il loro contratto non è stato più rinnovato. Di regola avrebbero dovuto svolgere 102 ore lavorative e coprire così i mesi più “caldi” sul fronte incendi che sta letteralmente mettendo in ginocchio e mandando in fumo migliaia e migliaia di ettari di vegetazione in tutto il territorio salernitano. La loro storia è legata a doppio filo alla sempre crescente carenza di fondi per la protezione del territorio. «Fino al 2009 – raccontano – eravamo una sessantina, dislocati nelle quattro postazioni di avvistamento di Castellabate, Foce Sele, Cava de’ Tirreni e Sarno. Da lì non solo avvistavamo gli incendi ma intervenivamo da soli o in supporto ai vigili del fuoco e al corpo forestale dello Stato».

Poi è cominciato il lento “smantellamento” delle postazioni. Primo atto nel 2009 con Castellabate, poi è la volta di Sarno nel 2010 che viene accorpato a Cava, fino a quest’anno quando anche la postazione metelliana viene chiusa. Attualmente è in funzione solo la postazione di Foce Sele: dodici uomini che, distribuiti in turno, alla fine si ritrovano in sette, massimo otto, a fronteggiare le fiamme o richiedere l’intervento di soccorsi aggiuntivi. Un paradosso, secondo gli operai, che spiegano: «Quest’anno abbiamo avuto un incremento degli incendi di almeno il 39 per cento rispetto al 2011». Con Salerno che si è ritrovata ai vertici delle classifiche nazionali per numero di roghi.

Ma chi appicca il fuoco? «In genere sono i proprietari dei terreni stessi per pulirli». Ma dietro ci sarebbe anche una regia occulta. La vertenza dei forestali, che si trascina da quasi due anni, nonostante i recenti provvedimenti della Regione che ha sbloccati circa 7 milioni di euro e attende l’invio di altri 60 milioni di fondi Fas, sta vivendo nell’ultimo periodo dei momenti di forte tensione. Non ultimo l’episodio di qualche settimana fa avvenuto a Giffoni Valle Piana, dove due mezzi della comunità montana “Monti Picentini” sono stati distrutti. Se i sindacati hanno escluso la mano degli stessi operai, c’è chi, al contrario, la ritiene un’ipotesi plausibile. I motivi devono ricercarsi nell’esasperazione per la mancanza dello stipendio da mesi ma, anche, in una sorta di vendetta muta

Ma ci sono anche interessi pubblico-privati. «Qualche tempo fa – racconta Michele Mattia – ci fu un incendio nella zona industriale di Battipaglia. Un episodio mai avvenuto. Dopo quell’incendio ci fu un intervento di allargamento della strada che, prima, era stato impossibile realizzare». Secondo gli operai, i 150mila euro che servono per la loro assunzione stagionale ci sono: «Ci devono spiegare come mai tra un mese si inaugura l’area del Boscone a Sarno, costata alla Provincia circa 2 milioni di euro ed affidata ad una ditta privata. A noi hanno detto che non potevamo fare quei lavori perché l’opera era del 2000 e noi siamo stati assunti nel 2005».

Fonte: La Città di Salerno

Consigliati per te

©Riproduzione riservata