San Giovanni a Piro, un mese di riprese per raccontare lo spettacolo degli uccelli in primavera | VIDEO

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San Giovanni a Piro, un mese di riprese per raccontare lo spettacolo degli uccelli in primavera | VIDEO

Un mese di riprese video, dal primo giorno di Primavera. Nel documentario di Andrea Sorrentino, appassionato di fotografia naturalistica e birdwatching, San Giovanni a Piro si trasforma in un territorio nuovo, come mai raccontato finora. Le immagini, realizzate dilettantisticamente con una fotocamera bridge 4K a volte dopo lunghe passeggiate o escursioni, altre volte semplicemente dalla finestra di casa o in macchina, mostrano l’inizio della Primavera nel paese cilentano con l’arrivo delle prime rondini. 

«Le scene e le varietà raccolte – spiega l’autore, caporedattore del sito pyrosonline – sono state molte di più di quelle utilizzate nel filmato pubblicato, è stata fatta una selezione scegliendo le migliori o gli uccelli più particolari. Il video racconta San Giovanni a Piro così come è, con il sole e il bel tempo ma anche le giornate grigie piene di nebbia, passeggiando tra i centri storici come nella natura incontaminata, tra Ciolandrea, la Pineta, la costa della Masseta e il Monte Bulgheria».

Un amore, quello per il birdwatching nato da un anno. «Da allora ho scoperto un mondo nuovo fatto di colori e di versi. – spiega – Prima tutti gli uccelli mi sembravano uguali poi, iniziando a catalogarli e a fotografarli, ho notato le piccole differenze nel comportamento e nell’aspetto; da allora ho studiato, archiviato e fotografato centinaia di specie in tutta la zona del Monte Bulgheria, dalla foce del Mingardo a Palinuro a quella del Bussento a Policastro Bussentino». 

«L’emozione è sempre grande ad ogni avvistamento, in particolare per le specie osservate per la prima volta (in gergo tecnico si dice lifer) e non si finisce mai di imparare. La cosa bella è soprattutto il contatto con la natura, la serenità di ascoltare osservare e vivere la biodiversità. Anche se in condizioni di difficoltà ho cercato di realizzare riprese quanto meno “accettabili” (alcune con lo zoom spinto al massimo ho scelto di utilizzarle per l’unicità dell’avvistamento, come nel caso del picchio rosso minore) e ho optato per un montaggio “minimo” preferendo di lasciare l’importanza alle immagini, anche a scopo documentaristico. Infine ho deciso di lasciare l’audio originale per far godere allo spettatore i suoni e i rumori del paese, dunque vivere pienamente l’atmosfera del periodo».


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