Compensi commissari gara, 4 Comuni italiani uniti per ricorso al Tar

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Compensi commissari gara, 4 Comuni italiani uniti per ricorso al Tar

Da Torino a Napoli comuni italiani grandi e piccoli insieme ancora una volta contro la iperegolamentazione del codice degli appalti. ASMEL Consortile, la Centrale di Committenza telematica, che raggruppa oltre mille Comuni in tutt’Italia, annuncia il ricorso al TAR del Lazio contro il recente decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (entrato in vigore il 16 Aprile scorso) sui compensi ai commissari di gara, chiedendo l’annullamento della disposizione che ha fissato in 3.000 euro il compenso minimo per i commissari di gara. Il ricorso è stato presentato insieme ad Asmel da quattro comuni italiani: Carignano (Torino), Celle di Bulgheria (Salerno), Cercola (Napoli) e Potenza. 

«Si tratta di una norma che determina un aggravio di spese insostenibile che comporta, nei fatti, il blocco delle gare al di sotto di 500.000 euro, cioè il 75% di quelle in capo ai Comuni – spiega Michele Iuliano, amministratore della Centrale di Committenza Asmel – perchè adesso occorrerà inserire nelle ‘spese tecniche’ di gara circa 11.000 euro di spese per le Commissioni, visto che i commissari sono almeno tre ed essendo scelti da un Albo nazionale tenuto dall’Anac bisognerà aggiungere anche le spese di trasferta». Un errore di calcolo molto evidente quello compiuto dal Ministero secondo Asmel. 

«Considerato il limite delle spese tecniche (progettazione, sicurezza, contabilità, assicurazioni, ecc.) nel 12% dell’importo posto a gara – chiarisce Iuliano – per le gare di importo inferiore a 500.000 euro l’incidenza delle spese per i commissari aumenta, fino a rendere impossibile la gara stessa: basti pensare all’esempio di un appalto da 100 mila euro, con un limite per le spese tecniche di 12 mila euro, all’interno del quale resterebbe spazio praticamente soltanto per i compensi ai commissari». E’ evidente quindi, secondo il ricorso al Tar di Asmel e dei quattro comuni, «l’irragionevolezza di una norma destinata inevitabilmente a produrre il blocco delle gare di importo inferiore al mezzo milione, che rappresentano la stragrande maggioranza degli appalti comunali: dalle mense scolastiche ai rifiuti, dai servizi sociali a quelli per la riscossione dei tributi».

Intanto lunedì 28 maggio si ritroveranno a Napoli per discutere anche del codice degli appalti oltre 400 amministratori locali provenienti da tutta Italia per il Forum degli Enti Locali indetto da Asmel, l’Associazione nazionale per la Sussidiarieta’ e la Modernizzazione degli Enti Locali, che raggruppa oltre 2300 Comuni in tutt’Italia e che ha promosso 5 anni fa la nascita dell’omonima Centrale di Committenza, divenuta ormai la più grande d’Italia con oltre 1,5 miliardi di euro di gare bandite. 

«Semplificare per la crescita» sarà il tema del Forum che per parlare della ‘burocratite’ delle pubbliche amministrazioni italiane ospiterà a Napoli a partire dalle ore 10 nella sala congressi dell’Hotel Ramada, tra gli altri, il direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici dell’Università Cattolica, Carlo Cottarelli, già commissario alla Spending review, il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture Umberto del Basso De Caro, il presidente Asmel, Giovanni Caggiano, il direttore dell’Istituto Demoscopico IPR Marketing, Antonio Noto, e l’assessore alla Trasparenza dell’azione amministrativa del Comune di Napoli, Alessandra Sardu.

Si ripartirà dalle criticità del nuovo Codice Appalti, che, ad oltre due anni dalla nascita, come spiega il segretario generale di Asmel, Francesco Pinto, «invece di aver portato trasparenza e semplificazione nelle gare per gli investimenti e gli acquisti pubblici, continua ad essere al centro di polemiche e ricorsi perchè ha introdotto norme talmente ingarbugliate e prescrittive da causare difficoltà, a volte insuperabili, nella gestione della spesa pubblica». 

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