Cilento, si frattura il braccio ma i medici sbagliano operazione: l’incredibile odissea di un operaio

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Cilento, si frattura il braccio ma i medici sbagliano operazione: l’incredibile odissea di un operaio

Operato per una frattura al braccio ma i medici ricompongono l’ulna nel modo sbagliato ed applicano una placca inadatta. Questo quanto denunciato da Salvatore (nome fittizio per tutelare la privacy del protagonista della storia), operato all’ospedale San Luca di Vallo Della Lucania nell’aprile del 2014. Salvatore è un operaio agricolo che per oltre 6 mesi ha dovuto convivere con dolori lancinanti e 4 viti, quelle che fissavano la placca, che gli perforavano la carne.

«Ho avuto un incidente in moto e mi sono fratturato l’ulna, si trattava di una frattura scomposta – racconta Salvatore al giornale del Cilento -. Arrivato in ospedale i medici hanno deciso di farmi un intervento ma mi hanno impiantato una placca in titanio e l’ulna non era stata messa in asse ma accavallata». E mostra come a seguito di quell’intervento ora non riesca più a piegare correttamente la mano. L’ulna infatti si è accorciata di diversi millimetri e non permette più i movimenti di una volta. Come se non bastasse il dolore sembra essere sparito, dopo la rimozione della placca, ma uno strano fastidio al braccio resta. «Questa è la placca – continua Salvatore mostrando, in un sacchetto sigillato, una barretta metallica con 4 viti -. Queste viti sono leggermente più lunghe e uscivano dall’altra parte dell’osso e mi pungeva la carne dall’interno, il dolore mi impediva di svolgere nessun tipo di lavoro».

Dopo 4 mesi di malattia, Salvatore torna al suo lavoro di operaio non prima di aver affrontato un’infezione di stafilococco aureo. E’ qui che si rende conto di non riuscire più portare a termine gli stessi incarichi che aveva prima dell’operazione: «Mi facevano svolgere delle mansioni più leggere perché non riuscivo proprio a fare altro, ero debilitato, con la mano destra non riuscivo nulla, pochissime cose». Su consiglio di un amico medico Salvatore si è rivolto all’ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli dove il dottor Vincenzo Lania «ha subito capito quale fosse il problema, con questa piastra qua comunque l’osso non guariva e non si consolidava bene – spiega Salvatore -. Ad Eboli mi hanno tolto la placca, pare che questa placca non fosse neanche adatta alla mia frattura, secondo Lania non c’era neanche il bisogno di metterla perché bastava mettere l’osso in trazione, non è stato fatto e ora si è consolidato storto. A partire dal polso fino alla frattura ora il braccio è più corto».

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