Il Cilento cade a pezzi: terremoti, alluvioni e frane. Paesi interamente isolati e strade chiuse da mesi

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Il Cilento cade a pezzi: terremoti, alluvioni e frane. Paesi interamente isolati e strade chiuse da mesi

Il Cilento si sgretola. Il Cilento cade a pezzi, scivola a valle, frana. Il Cilento viene «divorato» dal mare. Il Cilento trema, ha paura. Il Cilento «affoga», i fiumi straripano e distruggono tutto. Il Cilento sempre più maltrattato e abbandonato. Ci sono agricoltori che perdono tutto, intere famiglie isolate dalle frane, interi paesi, interi comuni. Le ambulanze faticano, gli studenti anche. Il territorio è tappezzato di punti critici, voragini nell’asfalto, erosione della costa, spiagge scomparse. Qualche scossa di terremoto mette paura. Da un lato ci sono le popolazioni, dall’altro la politica e i suoi rappresentati. Tra i cittadini c’è chi protesta, combatte, urla e pretende che i propri diritti vengano rispettati. Dall’altro chi resta zitto, tace, chi non vuole opporsi alla politica, ai politici. Qualcuno nemmeno ci crede più nella politica, altri, invece, temono il potere. Dall’altro lato gli amministratori si riuniscono, organizzano summit e sopralluoghi. Le opposizioni non ci stanno e puntano il dito. Sabato, nel pomeriggio, a Marina di Camerota si riuniscono vari sindaci del basso Cilento per dare vita a un comitato interterritoriale. Il nome la dice lunga: ‘Franano le strade non franiamo anche noi’. Il presidente del Parco sta per terminare il proprio mandato, già girano i nomi dei successori. L’assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Salerno non sa più da dove cominciare a tappezzare falle e dissesti. La Regione manda il Genio civile di Salerno per controllare la situazione e rapportare tutto all’ente napoletano. I sindaci chiedono aiuto, ma soprattutto soldi. Soldi che non bastano più, come non basta più la pazienza di questo popolo, martoriato da anni di malagestione e di non prevenzione. Poi arriva il commento degli esperti a dare il colpo di grazia. «Il Cilento rimarrà senza spiagge», ha detto Franco Ortolani, docente universitario e geologo. Il problema, secondo quest’ultimo, sta nei fiumi che non portano più a valle i detriti che permettono alle spiagge di esistere ancora. Gli studenti, giovani, figli di questa terra e di chi la amministra, hanno spostato le lancette della sveglia di qualche minuto indietro. Dormono meno e sono costretti ad affrontare percorsi tortuosi, lunghi e non meno pericolosi di quelli sbarrati. La sanità, già in ginocchio per altri motivi, è costretta a riorganizzarsi, a trovare vie di emergenza per eventuali corse in ambulanza verso gli ospedali che nel Cilento e Vallo di Diano sono sempre più pochi. Sanità al collasso. Istruzione rallentata. Viabilità a pezzi. Economia e turismo a rischio. Difficile trovare una spiegazione a tutto, troppo facile accollare i disastri solo alla natura. Chi scrive era nei pressi di una frana a scattare qualche foto per questo quotidiano quando un ragazzino cilentano gli è passato davanti, doveva raggiungere il paese accanto per giocare un partita di calcio, ma non ha potuto. Ha abbassato il capo e pensato a voce alta: «Prima si cresceva con davanti il mondo, ora i giovani di questo posto davanti hanno un muro, anzi, una frana!».
 
Frane

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Comitati e proteste

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Manifestazione Rizzico: protesta dei cittadini / interviste

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