Disastro condotta idrica del Cilento, 30 guasti in 25 giorni: 14 comuni a secco

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Disastro condotta idrica del Cilento, 30 guasti in 25 giorni: 14 comuni a secco

Sono circa 30 i guasti ai quali hanno dovuto far fronte i cittadini del Cilento e che riguardano la condotta idrica del Faraone, quella che attraversa l’intero comprensorio e porta l’acqua potabile nelle abitazione dei cittadini del Parco. Da Casal Velino a Pollica passando per Ascea, Centola, Camerota, ma anche Vallo della Lucania e poi su nel Vallo di Diano con Teggiano e Sala Consilina: sono 14 i comuni interessati dai guasti che si susseguono senza sosta e vengono comunicati quotidianamente dall’addetto stampa della Consac, la società che gestisce gli impianti idrici pubblici. E’ un allarme insostenibile, che mette sconforto e, in alcune occasioni, scoraggia intere comunità e arreca danni ad attività commerciali. Qualche giorno fa a Marina di Camerota il proprietario di un bar ha dovuto allontanare, per forza di cose, una comitiva di turisti che voleva degustare un buon caffè. A Vallo della Lucania, come in altre località, quando i rubinetti sono a secco i parrucchieri e i barbieri restano chiusi. «Un’estate trascorsa in emergenza, con interruzioni quotidiane, guasti improvvisi, falle che si aprivano in più punti lungo la condotta adduttrice acque più importante, quella del Faraone. Innumerevoli gli avvisi di sospensione – come sottolinea Sud Sostenibile – del servizio idrico durante il periodo di maggiore affluenza turistica, in un territorio a vocazione balneare; innumerevoli i comunicati di scuse per il disservizio, da parte del consorzio acquedotti Consac, per una situazione che lo stesso ente, da solo e senza interventi infrastrutturali, non può più gestire, né assicurare. Infatti – si legge ancora – nonostante questo mese di novembre ci abbia in parte graziato per la quantità di piogge cadute sul territorio e nonostante da oltre una settimana si registrino temperature quasi estive e il sole splenda ovunque, ventotto interruzioni del servizio idrico in venticinque giorni sanno tanto di emergenza estrema».

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