Abuso d’ufficio continuato in concorso, indagati 5 tra sindaci ed ex sindaci del Cilento

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Abuso d’ufficio continuato in concorso, indagati 5 tra sindaci ed ex sindaci del Cilento

Abuso d’ufficio continuato in concorso: è questa l’ipotesi di reato a carico di undici persone, finite nella rete degli inquirenti per fatti che riguardano l’Unione dei comuni dell’Alto Cilento avvenuti a novembre dello scorso anno. Tra gli iscritti nel registro degli indagati figurano componenti della giunta e alcuni amministratori dell’Unione comuni Alto Cilento oltre a funzionari del comune di Agropoli. Ipotesi di abuso d’ufficio per Giuseppe Castellano, sindaco di Lustra, presidente pro tempore dell’Unione Alto Cilento; i componenti della giunta unionale, Franco Alfieri, sindaco di Agropoli; Raffaele Gargano, ex primo cittadino di Torchiara; Angelo Serra, sindaco di Laureana Cilento; Michele Voria, ex sindaco di Rutino; Claudio Auricchio, segretario dell’Unione; Rosanna Cernelli, responsabile del servizio contabile. Oltre a questi figurano anche i nomi di Luigi Pepe, revisore; Biagio Motta, Giuseppe Capozzolo (fratello della deputata Pd, Sabrina) e Agostino Sica, funzionari del Comune di Agropoli.

Secondo il pm Vincenzo Palumbro, della procura di Vallo della Lucania, gli indagati «in concorso tra loro e previo concerto procuravano intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale a Motta, Capozzolo, Auricchio, Cernelli e Sica consistente nell’erogazione di un fondo incentivante per il cosiddetto “progetto Tarsu 2005- 2013” in violazione di norme di legge». Tutto sarebbe partito da un esposto arrivato sulla scrivania del procuratore. L’Unione dei comuni dell’Alto Cilento avrebbe avviato un progetto di recupero crediti. In pratica alcuni degli indagati avevano il compito di riscuotere le tasse della spazzatura non versate. A chi recuperava queste somme, spettava una percentuale. Un progetto obiettivo con molti punti interrogativi e dubbi. Dubbi che ora dovrà sciogliere la procura. Gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare una propria memoria difensiva; quindi il magistrato deciderà se disporre l’archiviazione o procedere con la richiesta del giudizio.

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