Dopo le elezioni i sindaci dimenticano il territorio: ecco il Parco del Cilento abbandonato al degrado (FOTO)

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Dopo le elezioni i sindaci dimenticano il territorio: ecco il Parco del Cilento abbandonato al degrado (FOTO)

«Tra i comuni di Ascea e Ceraso, ed esattamente sulla Sp 269, il tempo sembra essersi fermato, a parte quando un po’ di tempo fa è passato il Giro d’Italia oppure sotto il periodo elettorale, dove alcuni amministratori si ricondano dell’esistenza di queste frazioni ricadenti in questi comuni. Mi riferisco a Terradura, Catona, Mandia e Santa Barbara, in cui solo quando ci sono eventi del genere si ricorre a effettuare una leggera manutenzione di strade e a cambiare qualche lampadina dell’illuminazione pubblica. Mentre per i restanti periodi dell’anno queste zone restano addirittura isolate a seguito di eventi franosi e di manutenzione inesistente». A raccontarlo alla redazione del Giornale del Cilento è un nostro lettore, Enzo Moccia, indignato per la situazione di abbandono nella quale versano le frazioni di alcuni comuni cilentani.

«La popolazione di questi luoghi, per la maggior parte anziani, – scrive – sono costretti a fare giri chilometrici, in quanto le strade essendo interrotte dalle frane vengono chiuse al transito. Per non parlare dell’eventualità di soccorrere persone colte da malore vista l’età di chi vi risiede. Faccio presente – continua Moccia – che ci troviamo in una delle zone dal punto di vista ambientale e faunistico di macchia meditteranea più belle d’Italia, nel Parco Nazionale del Cilento.»

Le immagini «Nelle foto, lungo il tratto di strada provinciale Sp269 che dal comune di Ascea porta al comune di Ceraso, di circa 20 chilometri – spiega – si puo notare uno spettacolo che chiamarlo indecente è dire poco. Mi riferisco all’abbandono all’interno della vegetazione circostante, di rifiuti di ogni genere, per non parlare di materiale in ferro, bidoni, frigoriferi, vecchi televisori ecc, buttati nel sottobosco nell’indifferenza di tutti, per non parlare del bordo strada intasato da fogliame, arbusti e sporcizia varia, che puntualmente ad ogni pioggia fuoriesce sulla strada creando pericolo alla circolazione».

Un paese civile? «Questa la dimostrazione – continua il lettore  – che nei nostri paesi c’è ancora molto da fare, in quanto il senso civico di appartenza a una comunità e al rispetto dell’ambiente sembra essere un problema altrui, proprio come capita nella nostra Regione. Viene da chierdersi se possiamo chiamarci paese civile, quando ancora non abbiamo imparato il rispetto reciproco del bene comune, per le cose più semplici e belle che la natura ci ha donato, come può essere un bosco».

E le istituzioni? «Ecco che allora si invocano le Istituizioni, che nulla fanno per il controllo del territorio e la tutela dell’ambiente, consapevoli che le responsabilità sono in parte imputabili alle Istituzioni, ma per la maggior parte sono da attribuire a noi stessi, con comportamenti scorretti ed incivili. Ancora non si capisce come mai – dice ancora Moccia –  nonostante il piano per lo smaltimento dei rifiuti previsto dai comuni, che praticano la cosidetta raccolta differenziata con il porta a porta, vi sia gente maleducata a tal punto da scomodarsi con la propria autovettura e recarsi nei predetti luoghi per scaricare nell’ambiente circostante e nel più completo menefreghismo, rifiuti di ogni genere».

Gli enti sono pagati anche per questo «Eppure sappiamo bene che nella nostra Regione come approvato nell’ultimo decreto legge, chi abbandona o incendia rifiuti è persequibile penalmente. Allora mi dico: ma quel qualcuno, da noi i primi e poi a seguire (Provincia – Comuni ed altri enti preposti alla salvaguardia del territorio) perchè non fanno il proprio dovere? D’altronde – conclude il lettore – sono pagati anche per questo. I cittadini devono prendere coscienza nel denunciare comportamenti e abusi da parte di chi infrange la legge, e capire una volta per tutte che con il nostro buonismo non andiamo da nessuna parte, allora forse impareremo a tenere un po’ più di pulizia e ordine nei nostri paesi».

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