Raccolto un tesoro del mondo contadino, il sogno di Clorinda e Modestina compie 40 anni

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Raccolto un tesoro del mondo contadino, il sogno di Clorinda e Modestina compie 40 anni

Più che un museo è un tributo alla memoria. Una narrativa senza ambizioni che però la passione di Clorinda e Modestina Florenzano, e l’occhio amorevole e ricercato di Luciano Blasco e Elfriede Caiafa, hanno salvato dall’oblio. Se quelli tradizionali custodiscono opere e manufatti preziosi, qui, nel Museo Etnografico della civiltà contadina, a Morigerati, ci sono oggetti umili, usati tutti i giorni da contadini e artigiani nella vita e nel lavoro quotidiano. Il museo, aperto dal 1976 ma forse ancora poco conosciuto, è allestito nell’ex convento di Sant’Anna in via Granatelli. Uno scatto in bianco e nero che fotografa e fissa il mondo che fu, dall’800 in poi. Manufatti tessili, arredi ricamati, oggetti della tradizione contadina, utensili legati alla lavorazione del lino e della cera. Migliaia gli oggetti esposti, raccolti fin dai primi anni ’60 dalle due sorelle e nobildonne di Morigerati, maestre elementari, che hanno per anni custodito quelli che ora rappresentano veri e propri tesori di memoria. Modestina da qualche anno non c’è più, Clorinda, invece, 94 anni, è ancora testimone preziosa di una storia unica, che ha come sfondo il piccolo borgo di Morigerati. Ogni millimetro dello spazio, curato da sempre dall’antropologo Luciano Blasco, è occupato da antichi e rari manufatti. Il direttore per festeggiare i 40 anni del museo ha inaugurato venerdì una mostra fotografica dedicata agli abitanti di Morigerati, per lasciare ulteriore testimonianza alle generazioni future. In diverse centinaia di metri, divisi su due piani, un ordine armonioso e dialogante degli oggetti fra loro, che se qualcuno non sa comprendere, ci pensa Elfriede, preziosa custode, a raccontarne ogni dettaglio. 

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