Martino “Makkia” Adriani, da Abatemarco un “cantautore stralunato” al Meeting del Mare di Marina di Camerota: l’intervista

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Martino “Makkia” Adriani, da Abatemarco un “cantautore stralunato” al Meeting del Mare di Marina di Camerota: l’intervista

Si chiama Martino “Makkia” Adriani, è un cantautore originario di Abatemarco e l’1 giugno salirà sul palco del Meeting del Mare a Marina di Camerota nella giornata che vede come headliner i Modena City Ramblers.

Per l’occasione l’abbiamo intervistato.

D: Suonerai l’1 giugno al Meeting del Mare a Marina di Camerota: cosa deve aspettarsi il pubblico del Meeting dal tuo live?
R: Un cantautore stralunato che cercherà di farlo sorridere con i suoi brani. Insomma, spero apprezzi e, soprattutto, si diverta!

D: Parlaci della formazione con cui suonerai.
R: In porta: Makkia. In difesa: Makkia. Centrocampo: Makkia. Attacco: Makkia. Me la canterò e me la suonerò da solo!

D: Quali sono le tue principali influenze in campo musicale e artistico in generale?
R: Certamente le leggende del cantautorato italiano: Gaber, Gaetano, Dalla. Non mi dispiacciono nemmeno i più “tristi” Guccini e De Gregori, forti stimolatori del mio lato cantautorale più intimo e sensibile. Poi, i geniali Elio e le Storie Tese, la loro “intelligente demenzialità” ha inciso non poco sul mio perscorso di scrittura. Per quanto riguarda altre fonti d’arte, amo la pittura. Ho un’adorazione per Salvador Dalí.

D: Come definiresti il tuo stile?
R: Credo vada dal paranoico-critico, di ribellione alle convenzioni culturali, al comico-demenziale, velato da quell’ironia che oscilla tra il folle e il surreale, dove il vero diventa finzione e la finzione diventà realtà, tutto accompagnato dall’illusione di una sana e grassa risata. Una mia amica mi definì “cantautore di filastrocche del vero”. Nessun aggettivo mi è mai piaciuto di più!

D: Parlaci del tuo excursus artistico dai tuoi esordi in musica fino ad oggi.
R: Ho iniziato nel 2007 con la cover/band folk-rock Lacio Drom. Quest’esperienza, seppur breve, ci lasciò in ricordo le emozioni dei primi live nelle piazze dei nostri paesini. Dopo un po’ di mesi ci rincontrammo col chitarrista della band per dar vita all’idea di suonare in due, in acustico. Eravamo Makkia y amigo. Da qui le prime  esibizioni nei locali. Ad inizio 2009 intrapresi un percorso col fisarmonicista Antonio Leonardis, progetto Makkiato Freddo. Oltre a soffermarci sui miei pezzi decidemmo di arricchire il nostro repertorio con canzoni di Rino Gaetano, esibendoci in vari tributi e uscendo per le prime volte dal territorio cilentano. Fummo chiamati per musicare le presentazioni del libro “Santa Iposcrisia” di Aniello D’Angelo e al primo Contest Musicale (Vallo della Lucania) ne uscimmo con un ottimo terzo posto! Ci fu poi l’apertura dei concerti degli Après la Classe e degli Officina Zoè, con la partecipazione alla chitarra di Manuele Scandizzo, mio grande amico, e futuro compagno di formazione. Ovvero, Makkiato a Puà. Breve ma intenso quest’ultimo progetto, con i migliori riscontri avuti grazie a “Marika Discarica”, canzone contro le discariche nel Cilento. Dal gennaio di quest’anno suono i miei pezzi accompagnato solo dalla mia chitarra acustica o dall’ukulele. Ah, dimenticavo il kazoo.

D: Come nascono le tue canzoni e quanto ci tieni a testo e quanto invece alla musica?
R: Spesso nascono un po’ per caso: capita che, ad esempio, guardando un programma in tivù che mi fa schifo, osservando un adolescente, litigando con un amico, venga fuori quella fuggente ispirazione che mi obbliga a mettere subito tutto su carta! Oppure, quando ho una visione particolarmente amara e pessimista delle cose, che sia un tema sociale o una storia d’amore, mi butto sull’ironia, è l’unica via d’uscita. Poi mi piace molto giocare sul mio “personaggio”, essere autocritico a autoironico. Appena noto un mio difetto, che sia fisico o caratteriale, mi piace esasperarlo in qualche canzone. Credo di dare maggior valore al testo. Per quanto riguarda la musica cerco soprattutto l’orecchiabilità, vado alla ricerca del motivo che si adatti nel miglior modo possibile a ciò che ho scritto.

D: Hai dato supporto con una tua canzone, “Marika Discarica”, al movimento contro le discariche nel Cilento: che legami hai con l’attivismo in campo ecologico e cosa credi possa fare la gente comune per impedire che disastri del genere possano accadere su territorio cilentano?
R: Ho vissuto la situazione sulla mia pelle, quando, qualche mese fa, era in progetto la costruzione di una discarica a Laurito, paese vicinissimo al mio. Faccio parte del Comitato “Cilento oltre il Rifiuto”. Ho seguito il fatto da vicino e ho passato lunghe giornate al presidio dei “Rizzoli”, l’area di assoluto pregio naturalistico dove a qualche matto era balzata in testa la folle idea di costruire una discarica. Credo che i “movimenti” possano rompere un po’ le scatole, facendo pressione, cercando di rimandare le “decisioni” (ne è prova il fatto che il nostro “attivismo”, almeno per adesso, sembra sia servito a  qualcosa).

D: A luglio ci sarà l’ECO/MUSIC Festival ad Agropoli, festival di musica e tematiche ecologiche: credi manifestazioni del genere possano servire a qualcosa?
R: Credo che in modo concreto non portino a molto. Ma quanto meno danno l’opportunità a tanti giovani di esprimere attraverso la musica realtà che non consentono altre valvole di sfogo.

D: Sei originario di Abatemarco: com’è la vita per un giovane artista su territorio cilentano? Ci sono spazi e opportunità per la crescita?
R: Purtroppo non è vita semplice. Ci sono davvero pochi spazi e opportunità per potersi mettere in mostra, poter crescere e confrontarsi con altre realtà simili alla tua. Ho lasciato il mio paesello, ahimè, soprattutto per quello.

D: Progetti attuali e futuri?
R: Attuali: sto lavorando a un EP. Futuri: spero di terminarlo per l’estate.

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