Caso Rosciano, deputata Giordano alla Cancellieri: «Non esiste in Italia pena di morte ma qui si rischia morte per pena»

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Caso Rosciano, deputata Giordano alla Cancellieri: «Non esiste in Italia pena di morte ma qui si rischia morte per pena»

Appelli, proteste, scioperi della fame. Nulla è servito per riportare a casa Angelo Rosciano, il 60enne di Polla che rischia di morire nel carcere di Poggioreale mentre sconta una pena per il reato di ricettazione. La figlia, Carmela Rosciano (nella foto), ha scritto lettere alla ministra Cancellieri, al presidente della Repubblica e anche a Papa Francesco. La sua richiesta è che il padre possa continuare a scontare la pena agli arresti domiciliari: «Mio padre è molto malato  – ha detto Carmela in un’intervista al giornale del Cilento – E’ affetto da una grave forma di diabete millito alimentare e vive su una sedia a rotelle perché gli è stata amputata una gamba. E’ semicieco, arteriopatico e rischia di morire. Spero che torni a casa presto perché ha bisogno di cure». Ma il suo grido è rimasto inascoltato, Angelo Rosciano è ancora in carcere, in condizioni di salute molto precarie. Ora sul caso, sollecitata dai cittadini pentastellati di Sala Consilina, è intervenuta la deputata salernitana Silvia Giordano che ha inviato una missiva al ministro della Giustizia.

Polla, invalido e semicieco rischia di morire in carcere / VIDEO INTERVISTA

«Sarebbe davvero interessante  – ha detto la Giordano – se il ministro Cancellieri, desse un segnale di presenza dello Stato nei confronti di un cittadino che, seppur in stato di detenzione per espiare una colpa, ha diritto di vivere; sarebbe bello poter immaginare un ministro che, oltre a telefonare per interessarsi della scarcerazione di qualche suo “amico”, si adoperasse nei confronti di una sofferenza senza alcun interesse privato. Non si capisce, infatti, come sia possibile – ha continuato la deputata – che qualcuno abbia sospeso il provvedimento che aveva permesso al detenuto di scontare la sua pena agli arresti domiciliari per consentire le necessarie cure alle gravi condizioni di salute, ampiamente documentate, in cui versa il detenuto».

Ecco l’interrogazione al ministro depositata oggi presso gli uffici preposti alla Camera dei Deputati

Al Ministro della Giustizia

Per sapere – premesso che:

nel dicembre scorso la Sig.ra Carmela Rosciano, figlia di Angelo, chiedeva al Ministro della Giustizia, con missiva destinata anche al Presidente della Repubblica, un intervento immediato a seguito dell’arresto del padre gravemente ammalato;

Angelo Rosciano, infatti, è in stato di detenzione dall’aprile 2012 per ricettazione, reato per il quale è stato condannato, dopo un processo dell’incredibile durata di 15 anni;

“Mio padre soffre di una forte forma di diabete mellito alimentare , è arteriopatico, a causa di tali patologie ha sofferto l’amputazione dell’arto inferiore sinistro, soffre di parziale cecità, rischia la perdita anche dell’arto inferiore destro la cui circolazione è ostruita in vari punti.” è quanto dichiarato, nella richiesta di clemenza, da una figlia che sta assistendo, impotente, alla morte del padre vittima della burocrazia;

infatti Angelo Rosciano era riuscito ad ottenere gli arresti domiciliari che gli consentivano adeguate cure ed un miglioramento delle condizioni fisiche, ma, al momento del rinnovo annuale della misura alternativa, il medico incaricato della perizia lo ha dichiarato compatibile alla detenzione nonostante abbia riconfermato le patologie relative agli innumerevoli referti medici.;

questa decisione lo ha riportato nuovamente dietro le sbarre, nella casa circondariale di Sala Consilina, dove oggi vive con altri quattro detenuti in una cella di pochi metri quadrati;

la situazione ora è di nuovo precipitata in una gravissima criticità per la sopravvivenza dell’uomo;

Carmela Rosciano da alcuni giorni ha iniziato anche lo sciopero della fame. Una drammatica decisione che rappresenta l’ultimo disperato tentativo in una battaglia che da tempo conduce, con la sua famiglia, per salvare il padre Angelo da un trattamento iniquo e rischioso per la sua vita;

in Italia non esiste la pena di morte, ma a detta dell’interrogante si corre, in questo caso, il drammatico rischio che le Istituzioni si rendano  complici della morte per pena,

―  se non ritenga necessario e improcrastinabile intervenire in questa vicenda con estrema tempestività, per quanto di propria competenza, al fine di vedere riconfermati gli arresti domiciliari per il signor Angelo Rosciano, rappresentando con ciò un esempio di buon senso in un complesso burocratico che rischia di portare Stato di diritto in  una involuzione che di fatto lo rende inesistente nei confronti dei cittadini più deboli

Silvia Giordano,cittadina portavoce
alla Camera dei Deputati
Movimento 5 Stelle

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