Ergon, il comitato Acqua bene comune: «Quale futuro per i lavoratori»

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Ergon, il comitato Acqua bene comune: «Quale futuro per i lavoratori»

Il comitato Acqua bene comune – Sala Consilina esprime piena e solidarietà ai lavoratori della Ergon, mortificati, loro malgrado, dalla crisi economico-finanziaria della società. «Sono state da poco avviate dal suo amministratore delegato – fa sapere il comunicato con una nota stampa – le procedure per richiedere la cassa integrazione delle unità lavorative che, pur continuando a svolgere responsabilmente le loro mansioni lavorative e pur contribuendo a mantenere pulite le strade dei comuni valdianesi, si ritrovano ad essere le uniche vittime di un fallimento, peraltro, già annunciato da tempo.

«Già oggetto di una procedura di mutamento della propria condizione di lavoratori pubblici in operatori di una società mista – continua il comunicato –, le maestranze ora rischiano il posto di lavoro ed i correlati diritti maturati, mentre nel contempo pare che ci si avvii a ricapitalizzare la Ergon attraverso un nuovo piano industriale, che prevedrebbe la totale privatizzazione della società. Una soluzione della crisi societaria che si appalesa fin troppo tempestiva alla luce della prossima approvazione della nuova legge regionale statuente il Piano unico dei rifiuti».

«L’avvio dell’iter – prosegue la nota – per la concessione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori della Ergon, quale atto dovuto, non legittima di per sé la sua ricapitalizzazione, che peraltro non è nelle competenze in capo al commissario straordinario del consorzio. Auspichiamo, conseguentemente, che i rappresentanti istituzionali intervengano nelle sedi opportune per evitare incongrue ed inopportune risoluzioni, atteso che la prossima normativa regionale prevede che le competenze comunali sulla raccolta dei rifiuti siano esercitate non in autodisciplina, ma in sinergia con l’ambito predeterminato legislativamente».

«Il comitato Acqua bene comune-Sala Consilina – conclude la nota – si chiede, al riguardo, quale sarà il destino di tanti lavoratori operanti nel suddetto settore che dopo il 30 giugno, data prevista per la definitiva dismissione dei consorzi, dovranno essere ricollocati nelle loro specifiche mansioni.  In questa vicenda appare chiaro come, in ultima istanza, non sia in gioco solo il diritto al lavoro dei dipendenti della Ergon, ma la salvaguardia dell’interesse di un’intera comunità a che si tuteli un suo bene primario e comune: una efficiente e proficua gestione dei rifiuti, svolta nel pieno rispetto normativo, in nome e per conto del Vallo di Diano tutto».

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