Esplode il caso Meeting del Mare, fiumi di polemiche. Don Gianni nel ciclone

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Esplode il caso Meeting del Mare, fiumi di polemiche. Don Gianni nel ciclone

«Il meeting del mare in un altro posto non è il meeting del mare» questo l’urlo dei giovani che su facebook sfogano la loro indignazione per il cambio di location del Meeting del Mare, una delle più importanti manifestazioni del territorio. Per alcuni è «La fine di un’era» ma la maggior parte si stringe attorno la figura di don Gianni che, in questi 20 anni, è stato un catalizzatore di giovani e di idee. Ma non solo i sentimentali a preoccuparsi. Il Meeting per Camerota ha significato turisti per il territorio, introiti per i commercianti. Ma anche cultura, musica, incontro (da cui il nome dell’evento). In tre giorni a Marina di Camerota si muovevano più turisti e denaro di quanti non se ne muovano per tutto il mese di giugno. «Evidentemente gli amministratori non vogliono più quel tipo di pubblico» non mancano ovviamente gli attacchi e l’ironia nei confronti di chi, secondo il popolo del web, ha le colpe maggiori: i politici. «Grazie Antonio Romano» tuona un cittadino da dietro la tastiera dopo aver sottolineato ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, cosa era per Camerota il Meeting. «Cittadina spreca soldi per pavimentare il porto, e che l’anno scorso ha eliminato anche altre manifestazioni». Una sorte peggiore è toccata negli ultimi anni a ‘Le notti dell’Aspide’. Il Meeting farà la stessa fine? I fan sperano di no. È lo stesso don Gianni a tranquillizzare gli animi spiegando che quest’anno il Meeting si svolgerà in due o tre tappe ma ormai è chiaro e tutti che non sarà più la stessa cosa perchè «Non c’è altra location possibile, chiunque ci sia stato almeno una volta lo sa. Marina, più di ogni altro periodo dell’anno, in quei 3 giorni brilla di luce propria, vera, sincera. Ricordi, risate e spensieratezza, nient’altro» scrive una ragazza. Forse ha ragione. Nel Cilento tutto è destinato a fallire? (come fa notare un altro internauta) una cosa è certa: «Tutto, lentamente, muore e nessuno alza la voce».

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