‘Due euro l’ora’, la tragedia nella fabbrica di materassi in concorso al Bari International Film Festival

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‘Due euro l’ora’, la tragedia nella fabbrica di materassi in concorso al Bari International Film Festival

Anteprima nazionale martedì 5 aprile 2016, nella cornice del Bari International Film Festival, del film “Due euro l’ora”, diretto da Andrea D’Ambrosio, prodotto da Enzo Porcelli per l’Achab Film e realizzato col contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed in collaborazione con Rai Cinema. Il film, che concorrerà insieme ad altri sette lungometraggi nella sezione “Nuove proposte” del Bif&st, è stato girato a Montemarano, paese dell’Irpinia dove Giambattista Basile scrisse parte de “Lo cunto de li cunti” e racconta la storia di due donne che cercano, attraverso il lavoro, un riscatto della loro condizione sociale ed affettiva. La storia prende ispirazione da un fatto di cronaca avvenuto nel Vallo di Diano: il tragico incendio che coinvolse due persone, nel 2006: la 15enne Giovanna Curcio e la 49enne Anna Maria Mercadante, morirono, in uno squallido scantinato, tra le fiamme che devastarono la fabbrica di materassi Bimaltex di Montesano sulla Marcellana, dove lavoravano.

D’Ambrosio, autore di documentari d’inchiesta come “Biutiful Cauntri” e di cortometraggi sociali tra cui “I frutti del lavoro” con Enzo Decaro, per la sua opera prima ha scelto un cast d’eccezione, quasi interamente campano, di cui fanno parte Peppe Servillo, Chiara Baffi, Paolo Gasparini, l’esordiente Alessandra Mascarucci, Massimo De Matteo, Patrizia Di Martino, Marianna Mercurio, Antonella Morea, Davide Schiavo, Peppe Miale, Lorena Leone, e con la partecipazione, per la prima volta sullo schermo, della modella americana di origine ucraina Alyona Osmanova. «Per scrivere “Due euro l’ora” con Donata Carelli – ha dichiarato Andrea D’Ambrosio – sono partito da un fatto di cronaca accaduto nel 2006 nella bassa Campania. È un film che parla del Sud. Un film sul lavoro, sull’amore e sulla giovinezza che fugge. Così si vive in molti borghi del Sud, inventandosi il lavoro per sopravvivere, senza piangersi troppo addosso, ma sperando e aspettando una vita diversa. Fino a che la realtà, un giorno come un altro, prende il sopravvento e i sogni svaniscono».

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