Cilento, favori ad armatori: assolti carabiniere e 5 militari della guardia costiera
| di RedazioneTutti assolti con formula piena perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza emessa ieri dai giudici del tribunale di Vallo della Lucania (Gaetano De Luca, presidente; Maria Lamberti e Antonio Di Filippi, a latere), che ha posto fine ad un incubo, durato oltre 4 anni, per cinque militari della Guardia Costiera, un carabiniere e un armatore, accusati a vario titolo, in concorso fra loro, di favoreggiamento, segnalazioni prima dei controlli e violazione del segreto d’ufficio. La notizia è stata riportata dal quotidiano Stile Tv.
Cadute dunque tutte le accuse che erano state formulate, dalla procura vallese, a carico del contrammiraglio Oreste Pallotta, già comandante del Compartimento Marittimo di Salerno ed ex comandante in seconda della Capitaneria di Porto della Campania, attualmente in pensione; Roberto Pagnozzi, ex comandante dell’Ufficio locale marittimo di Acciaroli; Francesco Rossi, ex capo della sezione di polizia marittima del Circondario di Palinuro; il sottufficiale Raffaele Taddeo di Capaccio Paestum, già comandante della delegazione marittima di Casalvelino, il sottocapo Francesco Peluso che prestava servizio ad Acciaroli; il brigadiere Sabatino Leo in servizio alla Stazione di Acquavella, ora in pensione, e l’armatore Rocco Mega di Santa Marina.
Avviata dalla capitaneria di porto di Salerno nel 2012, a seguito di un’altra in un’altra indagine relativa ad una maxi truffa agli enti previdenziali che portò arresto di 9 persone e di 33 indagati (armatori, marittimi e medici consenzienti), l’inchiesta culminò con il coinvolgimento degli ufficiali e sottufficiali in questione e sulla loro presunta sudditanza nei confronti di facoltosi armatori del Cilento e Golfo di Policastro, tale da portarli a ‘sistemare’ alcuni verbali elevati dai guardiacoste cilentani; per aver occultato atti riferiti all’esito di una perquisizione effettuata a casa di un noto medico di Montecorice, arrestato per associazione per delinquere, truffa e falsità ideologica; a svelare segreti d’ufficio avvisando un armatore di un’ispezione che Inail e Inps stavano per effettuare in merito allo sbarco per malattia di alcuni marittimi da una motonave di sua proprietà; di non aver riferito all’autorità giudiziaria la confidenza che una donna (convivente dell’armatore di Casalvelino) riferì in merito a presunti maltrattamenti subiti dal convivente.
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