Accende il desiderio, combatte l’impotenza, favorisce la fertilità: il segreto della virilità del maschio latino è nella Dieta mediterranea

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Accende il desiderio, combatte l’impotenza, favorisce la fertilità: il segreto della virilità del maschio latino è nella Dieta mediterranea

Dalla Dieta mediterranea dipenderebbe la fama di eccellenti latin lover attribuita da sempre agli italiani, soprattutto del Sud, anche se le cose stanno cambiando e in peggio, giacché dalle ultime indagini, proprio in Campania, terra elettiva della Dieta, risultano maggiormente diffusi i problemi sessuali maschili. Alla base di questo fenomeno vi sarebbero le nuove, errate, abitudini alimentari importate, che stanno soppiantando quelle tradizionali.
Una giornata dedicata nell’ambito di “Itinerari Unesco: da Napoli al Cilento il racconto della Dieta mediterranea” quello svoltosi nella sede napoletana della Fondazione Giambattista Vico particolarmente gremita per l’occasione.
Vi hanno partecipato: Vincenzo Pepe, presidente Fondazione Vico; Michele Calabrese, presidente Associazione culturale “L’Aurora”; Dieter Korol, titolare cattedra Archeologia paleocristiana Università di Münster (Germania); Margherita Mainenti , nutrizionista Ospedale di Vallo della Lucania; Giorgia Anna Garinis, endocrinologa dell’Ospedale Cardarelli di Napoli; Milena Esposito, presidente associazione artistico-letteraria Gli occhi di Argo; Mario Marrocco, responsabile medico Laboratorio Cucina tipica cilentana; Carmela Rizzo,  L’Aurora.
Moderatore d’eccezione, Luigi Arionte, massimo esperto di cultura enogastronomica, storia e tradizioni dell’epoca romana.
«L’alimentazione e l’ambiente sono importanti per l’armonia della coppia: il mix alimentare tipico della Dieta mediterranea e l’ambiente salubre dei suoi territori sono eccellenti alleati del corpo ed anche del desiderio» – ha ricordato il presidente Pepe, ponendo l’accento sulla genuinità dei prodotti agroalimentari del Cilento e sulla qualità della vita che ancora caratterizza i suoi luoghi, oltre che sulla tradizione gastronomica della nostra Regione, già dalle epoche più remote.
«Nell’antica Roma, per stimolare le arti amatorie si ricorreva a cibi particolari come i testicoli di asino, di lupo, di cervo e di altri animali selvatici, le vagine di bestie sterili e le mammelle di scrofa, cucinati e conditi con salse afrodisiache, quali liquanem e garum (una sorta di colatura d’alici). Vi erano anche alimenti più vicini al gusto moderno, adottati dai luperci, i gigolò dell’epoca, per garantire eccellenti prestazioni: ostriche e aragoste con cipolle, tartufi, storioni, accompagnati dalla rucola, che cresceva spontanea intorno alle statue falliche erette in onore del Dio Priapo, e da vini di forte gradazione, aromatizzati con miele e frutta – ha spiegato Luigi Arionte – E, ancora,  gli ortaggi: bietole, asparagi, cetrioli, zucchine, cavoli, broccoli, lattughe e carote. I legumi che venivano consumati erano: lenticchie, piselli, fave, fagioli e ceci, aromatizzati con ruta, menta, pinoli e rafano che assicuravano agli antichi romani benessere ed efficienza nell’alcova».
«L’impotenza si combatte a tavola: preferire alimenti freschi, ridurre al minimo il consumo di grassi animali mantiene sano il sistema cardio-circolatorio e quello vascolare-penieno, importante per un’erezione valida – ha confermato Margherita Mainenti – La medicina riscopre i cibi afrodisiaci: vino rosso, piatti a base di crostacei, ostriche ed aragoste, aglio e peperoncino, legumi, ortaggi, verdure».
«Attenti all’alimentazione, però, soprattutto alle nuove abitudini importate che stanno sostituendo i nostri cibi tradizionali – ha ammonito la Mainenti –  perché, paradossalmente, è proprio la Campania, culla della Dieta mediterranea, che detiene la maglia nera in fatto di problemi sessuali maschili!».
«Con la dieta mediterranea il mangiare diventa non più solamente esigenza nutrizionale e fonte di benessere, ma una formidabile sintesi di valenze e significati complessi indissolubilmente legati al territorio che lo esprime, alla sua storia, alla sua cultura» – ha sottolineato Mario Marrocco, mentre la scrittrice Milena Esposito ha compiuto un originale excursus sugli aspetti letterari della Dieta mediterranea, spaziando da Filippo Tommaso Marinetti, con il suo Manifesto della Cucina Futurista, a Leopardi, alla Serao, ai fratelli Grimm.
Giorgia Anna Garinis si è soffermata sulla figura di Ancel Keys, padre della Dieta mediterranea: «Ipotizzò per primo negli anni ’70 la correlazione tra questo modello nutrizionale e la bassa mortalità in alcuni paesi del mediterraneo. Studi successivi hanno confermato la validità della sua teoria». Dieter Korol, a sua volta, ha ribadito l’importanza del modello tradizionale di alimentazione.
Al convegno hanno partecipato rappresentanti dei settori medico, letterario, enogastronomico ed ambientalista, quest’ultima guidata da Umberto Braschi, patologo del Secondo Policlinico e coordinatore per Napoli e provincia di FareAmbiente, movimento ecologista europeo, particolarmente sensibile alle problematiche legate al settore agroalimentare ed enogastronomico. 
«La dieta mediterranea basandosi su un menù equilibrato, con azione antiossidante, aiuta a mantenere le arterie giovani ed in perfetta salute a tutto vantaggio delle prestazioni sessuali – ha spiegato Braschi –  quindi un bel piatto di pennette al pomodoro ed una grigliata di pesce con verdure di stagione ed un bicchiere di vino, non sono solo una scelta perfetta per una romantica cena a lume di candela, ma un valido aiuto per un dopocena bollente. Il nettare di Bacco interagisce con i delicati meccanismi che regolano l’attività sessuale: un consumo equilibrato procura benefici a uomini e donne. Ecco spiegato il vecchio adagio secondo cui ‘gli italiani lo fanno meglio’: tutto merito della dieta mediterranea piuttosto che delle origini latine!»

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