Emergenza acqua nel Cilento, l’allarme Consac: «Rischio di crisi idropotabile a danno dei centri della costa»

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Emergenza acqua nel Cilento, l’allarme Consac: «Rischio di crisi idropotabile a danno dei centri della costa»

E’ emergenza nel Cilento per i paesi serviti dall’acquedotto Faraone. Dopo le continue note inviate dalla Consac ai vertici degli enti preposti, in cui veniva rappresentato il grave rischio di crisi idrogeologica a cui sono esposti i centri abitati della costa cilentana, il presidente Luigi Rispoli ha inviato una lettera alla Regione Campania, alla Prefettura di Salerno e ai sindaci dei comuni coinvolti in cui li sollecita a soluzioni urgenti. Il presidente della Consac evidenzia che la condotta del Faraone versa in condizioni di obsolenscenza per cui «nonostante i continui defatiganti interventi manutentivi che impongono altrettanti sospensioni del servizio idropotabile – spiega nella nota – disperde lungo il percorso notevoli quantiità di risorsa idrica dall’altro sussiste la necessità di garantire nell’adiecente torrente faraone il minimo deflusso vitale».

Rispoli spiega che le problematiche sono state illustrate agli organi prepposti ma «la situazione rimane complessivamente in uno stato di pericolosa e indolente stagnazione». La Consac aveva chiesto un finanziamento alla Regione affinchè la condotta venissse sostituita almeno nei tratti più malridotti ma non c’è stato alcun riscontro. Poi era stato chiesto un finanziamento, sempre alla Regione, per l’esecuzione di una ‘Nuova condotta adduttrice nel golfo di Policastro’. Quest’opera avrebbe permesso di prendere acqua potabile dai pozzi gia disponibili nella sorgente Ruotolo di Sapri sostituendo quella del Faraone garantendone così il minimo deflusso vitale.

Ma anche in questo caso nessuna risposta. La Consac aveva proposto per garantire il Mfv alla sorgente del Faraone la realizzazione di 5 nuovi pozzi in località Fistole di Rofrano da destinare eclusivamente all’integrazione del deflusso torrentizio nel caso in cui questo fosse risultato inferiore al minimo prefissato dagli enti preposti. E aveva anche proposto il ricalcolo dei valori di minimo deflusso vitale in funzione del periodo dell’anno e alla luce dei piu recenti orientamenti scientifici. Infatti in un suo studio, il professore Maurizio Giugni dell’Università di Napoli ha rimodulato il valore del deflusso, attualmente costante per l’intero anno a pari a 270 l/s, riconducendone l’entità di circa 180 litri al secondo per il mese di agosto e ad oltre 300 l/s per i mesi di morbida. La Regione si è espressa positivamente sull’esecuzione dei pozzi approvandone solo uno integrativo integrativo ma non ha espresso alcun parere in merito alla variazione del mdv sulla base dei nuovi studi. 

«Tale sostanziale stagnazione ha condotto ad una situazione potenzialmente dannosa per l’efficienza del servizio idropotabile – scrive nella nota Rispoli – in quanto la possibilità di usufruire di un solo pozzo integrativo del deflusso minimo del torrente e la necessità di garantire un valore del mdv piu elevato di quello recentemente calcolato da esperti di fama e non ancora approvato dalla regione campania – ciclo idrico integrato, potrà a breve imporre la necessità di dirottare acqua potabile nell’alveo torrentizio sottraendola all’uso umano e introducendo cosi gravissimi disservizi e incalcolabili danni segnatamente al comparto turistico gia presantemente provato per effetto di altre congiunture negative».

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